Scuola di cucina in giardino

salve volevo chiedere se fosse possibile svolgere l’attività di scuola di cucina, con relativa somministrazione dei pasti presso un giardino di una casa da parte del locatore con il quale è stato fatto un fitto con contratto ad uso abitativo. L’attività è stata accertata da parte del proprietario attraverso delle foto. Il proprietario è molto preoccupato in quanto ha timore che le responsabiltà nel caso qualcuno degli avventori si faccia male o si sente male a causa del cibo cucinato sia sua.
E’ possibile sapere se possa verificarsi questa ipoetsi e se il locatore debba presentare una sica o l’attività è libera.
Grazie

Da un punto di vista amministrativo bisognerebbe vedere nei dettagli cosa viene esercitato e come. La scuola di cucina non è sottoposta a procedure, la questione più rilevante è quella sulla compatibilità edilizia-urbanistica. La civile abitazione, infatti, non è compatibile con l’esercizio di un’attività aperta al pubblico. Tantomeno se viene esercitata la somministrazione aperta al pubblico (ripeto che sarebbe da vedere nei dettagli). La somm.ne sarebbe sottoposta ad abilitazione amministrazione (SCIA /Autorizzazione) ma è impossibile avviarla in una civile abitazione.
Sulla responsabilità del proprietario occorrerebbe si aprirebbe una parentesi di diritto privato che esula da questo forum. Diciamo che il proprietario, dal momento che viene a conoscenza dell’uso improprio/illecito dell’immobile da parte del conduttore, avrebbe il diritto-dovere di promuoveva l’azione di risoluzione del contratto e di adoperarsi nel far cessare questo uso (anche favorendo i controlli da parte delle amministrazioni competenti)

Grazie in effetti forse ho utilizzato impropriamente il termine di somministrazione.
In poche parole le persone che frequentano il corso di cucina mangiano ciò che cucinano.

Credo che l’attività potrebbe rientrare tra le microimprese domestiche alimentari, per le quali allo stato non esiste una vera e propria normativa nazionale.

In linea generale, direi che occorre:

  • partita IVA
  • iscrizione nel registro imprese
  • certificazione HACCP
  • notifica ai fini della registrazione Reg. CE 852/2004

Se l’attività fosse in regola quantomeno sotto questi aspetti, si dovrebbe entrare nell’ambito dei rapporti di diritto civilistico del contratto di locazione tra proprietario e locatario.

Se l’attività invece fosse priva dei suddetti requisiti, direi che il proprietario – se ne è a conoscenza – avrebbe quanto meno un dovere morale di segnalare il fatto onde evitare di essere ritenuto concorrente nelle eventuali violazioni.

tecnicamente non è somministrazione aperta al pubblico. Per la scuola di cucina è dubbia anche l’applicabilità della notifica sanitaria ex Reg. CE 852/04.
Concordo con Marco sulla micro impresa artigianale ma l’accesso di pubblico impone una verifica urbanistico/edilizia di compatibilità