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Direttore responsabile Raffaella Zelia Ruscitto
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Con una commissione di concorso la Provincia è tornata indietro di 30 anni

Per la scelta del dirigente finanziario un atto illegittimo: il presidente della commissione è una nomina "politica"

SIENA. La Provincia di Siena ha indetto un concorso per coprire la figura di dirigente finanziario. Questa figura è la massima carica burocratica all’interno di un ente locale, viene dopo il segretario generale/direttore generale. Il motivo è chiaro: al dirigente finanziario compete la gestione delle risorse finanziarie dell’ente, tutto ciò che ‘conta’ passa dalla sua firma.

Tralascio l’aspetto più classico, in ordine alla cultura del sospetto, che non è mia intenzione alimentare. La competenza tecnica della valutazione dei candidati migliori spetta infatti alla Commissione, la quale era composta da esperti della materia. Non si entra pertanto nel merito delle valutazioni operate dalla Commissione e, anzi, si dà per scontato che abbia vinto il migliore.
 
Ciò che merita attenzione è invece il “come è stato costruito” il concorso.
Dall’esame degli atti, infatti, si presume che il concorso abbia vari aspetti di illegittimità – si dice in gergo tecnico -. L’aspetto più grave, nel senso che rende invalido tutto il concorso, riguarda il fatto che la nomina del presidente della Commissione è stata fatta dal presidente della Provincia.
Tutto ciò, come una DeLorean, ciporta indietro nel tempo di almeno 32 anni. Tutto ciò non si può più fare dal 1990, perché la nomina della Commissione spetta ai dirigenti, non è mai di competenza dell’organo politico (art. 51 co. 3 legge n. 142/90 ora art. 107 d.lgs. n. 267/2000, art. 4 co. 2 e art. 70 co. 6 d.lgs. n. 165/2001).
Ci sono, inoltre, varie pronunce dei giudici. La più eclatante, passata anche alla cronaca nazionale prima di finire negli annali di dottrina e giurisprudenza, è stata quella del Consiglio di Stato, il massimo grado della giustizia amministrativa, che con una sentenza del 2012 dette ragione al Tar Piemonte contro il Comune di Torino, dove la Giunta, presieduta dall’allora sindaco Piero Fassino, aveva fatto lo stesso errore della Provincia di Siena. Il ‘vizio’ della nomina ‘politica’ all’origine del concorso è stato giudicato talmente grave da travolgere tutta la procedura concorsuale e quindi annullare la nomina di ben 21 dirigenti (https://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/17/torino-giudici-annullano-nomina-di-21-dirigenti-comune-ne-riassume-12/448039/http://www.comune.torino.it/ucstampa/2012/article_1150.shtmlhttps://www.quotidianopiemontese.it/2012/12/10/il-consiglio-di-stato-annulla-il-concorso-per-dirigenti-del-comune-di-torino/).

A tal proposito è stata inviata alla Provincia un’istanza di riesame.

L’istanza di riesame è un documento con il quale un interessato che ha titolo a farlo, invita l’ente a rivedere ciò che ha fatto e sanarlo ove possibile o, ove non fosse possibile, ad annullare tutto. La pubblica amministrazione infatti ha questo potere di riesame cioè – detto brutalmente – di riparare alle proprie sviste. E, ove richiesto, è tenuta a fare un’autovalutazione. Tutto ciò ha anche lo scopo di evitare eventuali ricorsi per i quali c’è ancora tempo.
Infatti, per un ricorso ordinario al TAR c’è tempo fino al 4 gennaio 2023, e cioè sessanta giorni dopo l’approvazione della graduatoria, avvenuta il 4 novembre 2022 (det. n. 1626). C’è poi anche la possibilità di fare ricorso al presidente della Repubblica entro un termine più ampio.
Se, invece, entro questi termini, nessuno facesse ricorso, il concorso, ancorché presumibilmente illegittimo, non sarebbe più sindacabile.

L’istanza di riesame va quindi nell’interesse dell’ente, perché un eventuale ricorso avrebbe sicuramente un esito favorevole per il ricorrente con la conseguenza che il contratto individuale di lavoro eventualmente stipulato tra la Provincia di Siena e il nuovo dirigente assunto da tale graduatoria sarebbe nullo. La persona assunta rischierebbe di perdere il posto di lavoro e, qualora non fosse stata resa edotta secondo il principio di ‘buona fede’, potrebbe anche fare causa alla Provincia che, nel frattempo, si troverebbe senza un dirigente finanziario. Scatterebbe inoltre la segnalazione alla magistratura contabile per accertare gli eventuali responsabili interni, i quali potrebbero essere condannati a riversare parte delle somme nelle casse dell’ente.
Infine, anche gli organi politici dovrebbero riesaminare e correggere il regolamento delle assunzioni, che ha una norma che avalla la nomina politica del presidente della Commissione di concorso e che contrasta con le norme nazionali (l’art. 31 co. 1-bis regolamento d.G.P. n. 281 del 15/10/2002 si allega il regolamento).
 
Lettera firmata
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