Accesso agli atti generico

Buonasera,

di fronte ad una istanza di accesso agli atti che non specifica gli estremi dei documenti specifici oggetto di richiesta (senza neanche indicare il contenuto degli atti) è corretto dichiarare la inammissibilità/irricevibilità (anziché il diniego) della richiesta oppure occorre invitare formalmente l’istante ad integrare la richiesta?
Vi è un termine tassativo entro cui comunicare tale inammissibilità/improcedibilità? Qualora poi siano decorsi già i 30 giorni senza alcun riscontro da parte della PA risulta ragionevole comunque comunicare, anche se tardivamente, tale inammissibilità/improcedibilità o si può ormai considerare formato il silenzio-diniego?
Chiedo infine se possa essere ricondotta sempre nella prima ipotesi di inammisibilità/improcedibilità una generica richiesta di accesso indistintamente a TUTTI i precedenti edilizi succedutisi sullo specifico immobile, senza però fornire informazioni utili alla ricerca (quali il protocollo del “titolo” o in alternativa i precedenti intestatari/proprietari) che faciliterebbero la amministrazione nella ricerca.

Grazie.
Cordiali saluti.

Dal punto di vista etico la PA dovrebbe sempre porsi in modo collaborativo nei confronti dell’utenza. Pertanto se la prima richiesta denota possibili caratteri di inammissibilità, la giusta risposta consiste nell’operare un bilanciamento chiedendo ulteriori dettagli per meglio raggiungere un compromesso.

Decorsi i 30 gg è inutile rispondere negativamente; più che altro si rischia una figura caprina, in quanto l’utente non capirà se il termine è scaduto causa inedia della PA ovvero a seguito di propri errori nella formazione della domanda.
Tanto si forma il diniego automaticamente.
E’ comunque sempre meglio rispondere nei termini utili, evitando inutili ricorsi.

Chiedo infine se possa essere ricondotta sempre nella prima ipotesi di inammisibilità/improcedibilità una generica richiesta di accesso indistintamente a TUTTI i precedenti edilizi succedutisi sullo specifico immobile, senza però fornire informazioni utili alla ricerca (quali il protocollo del “titolo” o in alternativa i precedenti intestatari/proprietari) che faciliterebbero la amministrazione nella ricerca.

In questo caso dipende sempre dalla mole di lavoro necessaria.

La procedura corretta sarebbe chiedere nuove informazioni e dettagli utili, quindi verificare la mole di lavoro necessaria all’espletamento della richiesta.

Se mole fosse eccessiva, proporre un compromesso fornendo tabella con date, n. pratica ed oggetto di ciascuna è una modalità collaborativa di rispondere compiutamente ad una richiesta altrimenti irragionevole e di norma inammissibile.

Detto ciò, è pieno di uffici che a priori optano per il silenzio-diniego, mai rispondendo alle richieste e rischiando ricorsi e lamentele.