Buongiorno, abbiamo un caso specifico in cui riceviamo lamentele dei condomini, relative ad un bar al piano terra di tale condominio e che rimane aperto sino alle 2 di notte.
Tale bar ha una zona esterna dove stazionano gli avventori con tavolini e sedie. Tale zona però è privata.
Ora l’intenzione dell’amministrazione sarebbe orientata a limitare l’orario di tale attività alle ore 22. Di fatto, secondo me, tale limitazione porterebbe in sostanza alla chiusura del bar, che lavora molto in orari serali.
Oltre al grosso rischio di un ricorso, che rischierebbe di avere esito nefasto per l’Amministrazione Comunale (con possibile rischio di risarcimento), mi chiedo invece se sia più percorribile, e penso più equilibrato, che il Sindaco imponga che soltanto tali tavolini esterni (ripeto, su area privata) non vengano utilizzati dopo le 22.
Che ne pensate?
Non scrivi di diffusione di musica e quindi dobbiamo dedurre che il disturbo sia sostanzialmente arrecato dal vociare degli avventori del pubblico esercizio.
In linea generale, è chiaro che un provvedimento coercitivo che limiti le attività dei privati dovrebbe sempre essere tarato sul fine di imporre le condizioni meno gravose per il raggiungimento del risultato previsto. Ogni caso specifico, però, fa storia a sé e quindi ogni volta dovrà essere cercata la soluzione migliore e tale ricerca, a mio giudizio, non può tralasciare la valutazione sulla concreta possibilità di fare rispettare il provvedimento. Questo per dire che non esiste una ricetta preconfezionata e - nel caso di inquinamento acustico - nella ricerca di soluzioni sarebbe sempre meglio confrontarsi anche con l’organo di controllo tecnico.
Il ricorso temporaneo a speciali forme di contenimento o di abbattimento delle emissioni sonore, inclusa l’inibitoria parziale o totale di determinate attività (ovviamente stiamo parlando di un’ordinanza ai sensi dell’art. 9 delle legge 447/95) presuppone l’esistenza di “eccezionali ed urgenti necessità di tutela della salute pubblica o dell’ambiente”. Una solida motivazione del provvedimento dovrebbe necessariamente contemplare i risultati di misurazioni tecniche effettuate da Arpa, che abbiano documentato l’effettivo inquinamento acustico e ne abbiano accertata la fonte; valutazioni tecniche, dunque, sulla base delle quali potrà essere tarata la portata dell’ordinanza in questione.
In assenza di queste misurazioni tecniche, però, nel caso in esame a mio giudizio restiamo nel campo di un contenzioso di natura civilistica in cui i condomini dovrebbero agire sulla base dell’art. 844 c.c. (immissioni di rumori che superano la normale tollerabilità). Oppure potrebbero tentare la strada della querela per disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone (art. 659 c.p.), anche se non so quanto potrebbe essere praticabile nel caso in questione (e comunque presupporrebbe un’attività di polizia giudiziaria che esula dal problema di partenza).
Come scrivevi, si tratta di un problema annoso e spesso non di facile soluzione.
Si, il problema principale, a mio avviso, sono gli avventori all’esterno dell’esercizio e il disturbo acustico che ne deriva.
Sono già stati esperiti tutti i rilievi, controlli e le valutazioni del caso.
Sono stati proposti alcuni accorgimenti tecnici per specifiche questioni di disturbo acustico.
Ora, imporre quasi la chiusura di un’attività quando l’80% del problema sono i tavolini esterni su area privata, mi sembra poco equilibrato e, appunto, a forte rischio di ricorso.
Mi ponevo quindi la domanda se non fosse più utile, sia per i condomini che per l’attività stessa, imporre il non utilizzo dei 3 o 4 tavolini esterni da una certa ora.
Se Arpa ha confermato l’inquinamento acustico e ha proposto quali accorgimenti adottare per contenere il rumore entro i limiti di legge, dovreste avere tutti gli elementi per dare solide motivazioni alla vostra ordinanza.
Se insisti sulla possibilità di limitare il provvedimento al semplice divieto di utilizzo della superficie di somministrazione esterna dopo le ore 22, vuol dire che presumibilmente tale ipotesi non era stata contemplata tra le proposte degli accorgimenti da adottare, e quindi consegue ad una tua valutazione personale.
Difficile quindi dare un consiglio, trattandosi di una valutazione discrezionale e soggettiva che - evidentemente - si basa però su elementi concreti. Non posso che ripetere quanto avevo già scritto sopra: