Buongiorno, sono Andrea Ruzza sto cercando di aprire uno studio da personal trainer in provincia di Milano; ho tutte le certificazioni richieste dalla legge regionale (1 ottobre 2014 n. 26 art.9) per operare e sono in regola fiscalmente (partita iva e iscrizione a gestione separata inps).
Il problema che ho è con i comuni, ognuno mi da una versione differente e vorrei capire cosa dice la normativa per poter controbattere.
Il locale che ho individuato è un laboratorio d/7 con destinazione d’uso produttiva, ma è a tutti gli effetti un ufficio. Addirittura prima di me era utilizzato per corsi di ballo, ma l’ufficio comunale mi dice che non posso lavorare li perchè la destinazione d’uso non è congrua.
Ha un bagno e antibagno, stanza spogliatoio e sala principale con finestre ed altezza soffitti oltre 3m, aereazione meccanica e con una dimensione inferiore ai 200mq.
L’attivita’ prevede accesso con appuntamento privato di 1-3 persone massimo in contemporanea all’interno dello studio.
Non è un locale con libera apertura al pubblico ne’ con svolgimento di corsi di gruppo. Non viene svolta nessuna attività sanitaria (massaggi, fisioterapia ecc…).
Ora da quello che sono riuscito a capire, essendo una libera professione non regolamentata posso svolgere la mia professione in qualunque locale indipendentemente dalla destinazione d’uso dello stesso, a patto che rispetti le norme igieniche perla permanenza di persone.
Tant’è che posso lavorare a casa mia, a domicilio o al parco; e se non sbaglio non devo neanche presentare scia di inizio attività. È corretto?
Se così non fosse quale dovrebbe essere la destinazione d’uso corretta per questo tipo di professione?
Vi ringrazio in anticipo per la risposta