Appaltatore non richiede anticipazione per esecuzione lavori

Può l’appaltatore non richiedere l’anticipazione pari al 20% sul valore del contratto d’appalto prevista all’art. 125 del d.lgs. 36/2023?

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La questione riguarda la possibilità per l’appaltatore di rinunciare all’anticipazione finanziaria prevista dalla normativa sugli appalti pubblici, in particolare secondo le disposizioni del nuovo codice degli appalti, il d.lgs. 36/2023.

Teoria Generale del Diritto sui Contratti d’Appalto Pubblico:
Nel contesto degli appalti pubblici, l’anticipazione finanziaria è una misura prevista per sostenere l’appaltatore nelle fasi iniziali di esecuzione del contratto, fornendo liquidità per l’avvio dei lavori o la fornitura di servizi o beni. Questa anticipazione è regolamentata da specifiche disposizioni normative che stabiliscono le condizioni, i limiti e le modalità di erogazione.

Norme Relative alla Teoria:
L’articolo 125 del d.lgs. 36/2023 stabilisce che l’appaltatore ha diritto a richiedere un’anticipazione fino al 20% del valore del contratto d’appalto, a determinate condizioni e previa presentazione di garanzie adeguate. Questa disposizione mira a facilitare l’avvio dell’esecuzione del contratto da parte dell’appaltatore.

Esempio Concreto:
Supponiamo che un’impresa vinca un appalto pubblico per la realizzazione di un’opera pubblica del valore di 1.000.000 di euro. Secondo l’articolo 125 del d.lgs. 36/2023, questa impresa potrebbe richiedere un’anticipazione di 200.000 euro (20% del valore del contratto) per iniziare i lavori, previa presentazione delle necessarie garanzie.

Conclusione Sintetica:
L’appaltatore ha la facoltà, ma non l’obbligo, di richiedere l’anticipazione finanziaria prevista dall’articolo 125 del d.lgs. 36/2023. Pertanto, è possibile che un appaltatore decida di non avvalersi di questa possibilità, per motivi propri, come la disponibilità di liquidità sufficiente o la volontà di evitare l’onere delle garanzie richieste.

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Bibliografia e Link Utili: