Attivazione Catering realizzato direttamente dalla residenza d'epoca

E’ possibile aprire dal soggetto che gestisce una residenza d’epoca un’attività di catering utilizzando la cucina della stessa struttura ricettiva per somministrare all’interno dei locali della residenza in occasione di eventi privati come matrimoni compleanni etc?
Naturalmente la cucina ha le caratteristiche per la preparazione dei pasti ai sensi della 852. Ho approfondito la materia del catering ed ho visto che ora è possibile somministrare alimenti e bevande anche nei locali della ditta che effettua il catering in virtù del parere del Consiglio di Stato Sez. 1 del 2021 n. 1438. Ammessa tale possibilità, per quanto attiene la destinazione d’uso, la residenza d’epoca ha una destinazione abitativo-residenziale, il catering ha generalmente una destinazione commerciale-artigianale. E’ indebita l’applicazione del criterio della prevalenza dell’attività a livello urbanistico? La prevalenza chiaramente è quella della civile abitazione e il catering di conseguenza sarebbe realizzato in locali a destinazione residenziale.

Il parere del consiglio di stato che citi è condivisibile ma, certamente, apre un precedente sdrucciolevole. Alla fine, anche un ristorante con cucina può essere prenotato da una sola persona per la sua festa personale. Ogni volta sarebbero da vedere i dettagli. Perché la cosa funzioni, a parere mio, sarebbe meglio che il soggetto catering locasse al cliente un immobile a sua disposizione e poi offrisse anche la possibilità della somministrazione in quel domicilio (lasciando libero il cliente di scegliere).
In ogni caso, al di là di quello che dispone la tua legge regionale sul turismo (non so da quale regione scrivi), credo che somministrare alle persone non alloggiate non sia ammesso (nella residenza d’epoca). Quindi, nel periodo di chiusura dell’attività turistico-ricettiva, l’imprenditore può esercitare un’altra attività in quella civile abitazione (do per scontato che si tratti di civile abitazione)? Mah… io andrei verso l’home restaurant. Come dici tu, mettere su un’attività di catering che sta sul confine della ristorazione abusiva la vedo più compatibile con la destinazione d’uso commerciale

grazie della cortese risposta…sono della Toscana, la dimora è a civile abitazione, chiaramente come detto la somministrazione non sarebbe aperta a tutti ma solo ad un gruppo limitato di persone rigorosamente su invit. si potrebbe potrebbe parlare di home restaurant ma c’è il limite molto basso di fatturato.

Scusate, mi collego alla discussione soffermandomi sugli home restaurant, parli di limite basso di fatturato.
Vi chiedo: tale limite è sancito da qualche norma (oltre a quel disegno di legge che credo sia ancora fermo in parlamento), avete una legge regionale? In Emilia-Romagna c’è un parere della regione che richiama varie risoluzioni MISE, ma mi trovo un po’ in difficoltà riguardo a:

  • destinazione d’uso;
  • deve essere SOLO occasionale?
  • sorvegliabilità;
  • imprenditorialità o non imprenditorialità?
  • effettivo limite di n. pasti / fatturato…
    voi come vi comportate?
    Grazie