Salve,
Vorrei chiedere gentilmente una risposta al seguente quesito:
In data 09.o7.2024, la competente ASL, ha effettuato un controllo ufficiale presso un “Home Restaurant”, riscontrando che:
• i locali utilizzati nell’esercizio di “Home Restaurant”, non ricadono tra quelli previsti normalmente per tale attività ovvero quegli ambienti familiari individuabili nella propria casa di civile abitazione e residenza.
• La presenza di un locale cucina, di un servizio igienico per il personale, di tre servizi igienici per il pubblico, di cui uno destinato ai diversamente abili, la grande sala interna e la veranda esterna, entrambe adibite a luogo di somministrazione, corpo di fabbrica avulso alla contigua casa del titolare, inducono a pensare che ci si trovi dinanzi ad una vera e propria attività di ristorazione pubblica con somministrazione (ristorante).
• Tra l’altro al momento dell’ispezione si rilevava la presenza di circa 12-15 commensali.
LA Regione Puglia non dispone ancora di una legge ad hoc per detta attività.
Nel frattempo ha chiarito però che trattasi di attività di somministrazione di alimenti e bevande e, come tale, disciplinata dalla l.r. 24/2015, n. 24 (codice del commercio), senza nulla prevedere per il limitato numero di coperti oppure per la circostanza che l’attività venga svolta in una abitazione privata.
Con delibera n. 110 dell’11.02.2020, la regione medesima ha dettato le linee guida per l’applicazione della normativa sull’igiene degli alimenti in attività di preparazione per l’immissione sul mercato e/o per la somministrazione di alimenti presso locali utilizzati principalmente come abitazione privata (Home Food – Home Restaurant).
L’esito del predetto accertamento è stato trasmesso a questo Comune “per i provvedimenti di nostra competenza, laddove dovessero emergere, e che ritenessimo opportuno adottare essendo codesti servizi più specializzati nella materia di natura amministrativa-annonaria”.
Stante quanto sopra, quale dovrebbe essere il nostro intervento nei confronti dell’attività in parola.
E’ possibile intervenire con l’adozione di qualche provvedimento visto che la regione Puglia non dispone di una disciplina specifica per l’attività di ristorazione in abitazione privata (home restaurant)?
In pratica, cosa dovremmo rispondere alla ASL?
Salutissimi e grazie.
Anche a seguito di sopralluogo della polizia municipale, che sarebbe dovuto essere stato congiunto al sopralluogo ASL, deve essere appurato se le modalità di esercizio dell’attività in oggetto, per consistenza e struttura dei locali, modalità di accesso ai locali dalla pubblica via, servizi resi e livello di professionalità inteso come livello organizzativo dell’esercizio in questione, anche mediante verifica del numero di posti tavola, turni di servizio, ed analisi della presenza pubblicitaria online dell’attività, travalichino i limiti per consuetudine correlati con l’attività di Home Restaurant.
Laddove siano individuate carenze igienico-sanitarie, ovvero strutturali dei locali, come verificabili in base alla regolamentazione urbanistica ed edilizia esistenti per il territorio esaminato, l’attività potrà essere facilmente vietata ovvero sospesa fino all’effettiva conformazione. La verifica di conformità strutturale dei locali utilizzati permetterà anche verificare l’eventuale esistenza di abusi edilizi perpetrati.
In assenza di evidenti carenze dei requisiti igienico-sanitari e strutturali di esercizio, come altresì dei requisiti di onorabilità del titolare l’attività, l’ente dovrà effettuare una valutazione autonoma dell’opportunità o meno di far continuare l’attività in questione in base alla regolamentazione esistente in merito, che pertanto, concretamente non disciplina l’attività di home restaurant.
In base alla sommaria descrizione resa dall’ASL, soprattutto laddove l’attività di home restaurant fosse autonomamente accessibile da pubblica via, al netto di eventuali ulteriori carenze di requisiti da verificare in loco, la circostanza evidenziata può apparire come un tentativo dell’esercente l’attività di eludere le disposizioni normative esistenti in materia di esercizio dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande in sede fissa, travalicando i limiti esistenti dell’home restaurant e pertanto in definitiva esercitando un’attività abusiva, laddove priva del necessario titolo abilitativo per la ristorazione commerciale in pubblici esercizi. Tuttavia, ciò è unicamente valutabile a seguito di sopralluogo dei locali e verifica dei requisiti.
Se la Regione Puglia ha precisato (nota prot. N. 1383 del 15 marzo 2016) che l’attività di home restaurant “si configura quale attività di somministrazione di alimenti e bevande e, come tale, è disciplinata dalla legge regionale 16 aprile 2015, n. 24”, che “Nessuna eccezione è prevista per il limitato numero di coperti oppure per la circostanza che l’attività venga svolta in una abitazione privata” e che, pertanto, “è subordinata all’obbligo di presentazione di Segnalazione Certificata di Inizio Attività (S.C.I.A.) e al possesso di tutti i requisiti previsti dall’art. 39 della l.r. 24/2015”, non vedo quale sia il problema…
La polizia locale ripeterà il sopralluogo e, qualora accertasse la mancanza della SCIA prevista dal suddetto arti. 39, contesterà la sanzione prevista dall’art. 61, comma 3, della vostra legge regionale.
Sarebbe prevista anche “la chiusura immediata dell’esercizio”, ma sul punto avrei qualche dubbio sul come agire. Sicuramente voi che operate in Puglia, però, ne saprete molto più di me.
Spero che la competente ASL abbia contestato almeno la mancanza di SCIA per notifica sanitaria…
Grazie infinite carissimo Marco. Faccio tesoro dei tuoi consigli e prossimamente andrò a fare un sopralluogo per decidere cosa fare.
Un abbraccio.
Grazie mille anche a te Daniele C.
Mi avete tolto diversi dubbi.
Salutissimi.