Autorizzazione commerciale

Salve volevo porre tre quesiti:
1)Da quale anno le volture sono state abolite?Perchè ho un dubbio su una scia presentata nel 2011 per una media struttura di vendita(supermercato) ,a seguito di cessione d’azienda,gia in quest’anno bastava la scia?Che poi tra l’altro è stata presentata una dichiarazione di inizio attività per la precisione

2)Poiché l’area su cui sorge la media struttura di vendita è un area peep, facente parte quindi del patrimonio indisponibile dell’ente, e quindi di conseguenza area pubblica,da visura catastale è così composta diritto di proprietà per l’area 1/1 comune, diritto di superficie 1/1 società x per l’immobile, le domande sono due:

1)E possibile rilasciare un autorizzazione commerciale di media struttura di vendita su un area pubblica? Visto che il 114/98 parla esclusivamente di aree private

2)Visto che l’area è pubblica i parcheggi pertinenziali a esclusivo uso della struttura non potrebbero esistere giusto?

Grazie per l’eventuali risposte

Non comprendo bene il primo quesito. In generale, a fronte di un trasferimento di azienda senza modifiche all’esercizio dell’attività (presupposto afferente al diritto privato), dal lato amministrativo, questo si sostanzia in una “comunicazione” di subingresso. Neppure una SCIA ma solo una mera comunicazione che, con valenza immediata, assolve a tutte le valenze abilitative. Se Tizio comunica il subingresso nel ramo di azienda di Caio, ai fini amministrativo c’è continuità di esercizio e abilitativa, è come se fosse una mera sostituzione soggettiva ma tutto ciò che giuridicamente gravita sul qual ramo d’azienda resta in piedi senza modifiche. La PA si limita a verificare i requisiti personale del subentrante e, nel caso, intervenire in via ostativa se non li avesse.
Per le altre cose occorrerebbe vedere i dettagli ma credo si possa dare per assodato che la disponibilità del fabbricato oggetto di attività sia da annoverare fra le modalità dell’uso privato. In caso contrario sarebbe commercio su area pubblica, ma questa è un’altra faccenda