Banco mercato ed apertura esercizio di vicinato confliggente

Buongiorno a tutti.
Regione Piemonte

Il titolare di un esercizio di vicinato da ormai molto tempo (parliamo di qualche anno - 2020 circa) lamenta il fatto di non poter aprire il suo negozio nella giornata di mercato settimanale a causa della presenza di un banco che ne ostruisce completamente l’ingresso.

Succede infatti che la concessione di posteggio sia stata rilasciata prima che in quell’unità locale fosse presente il negozio (2012 - era presente un’agenzia professionale che la mattina del mercato era chiusa) e che nonostante sulle planimetrie del mercato fosse individuato tale accesso, non se ne tenne conto proprio per il fatto che l’agenzia era chiusa.

Ora il titolare del negozio pretende lo spostamento onde poter aprire la sua attività, tenuto conto che il mercato settimanale attrae molta gente e quindi avrebbe interesse a porsi in evidenza.

Il concessionario ovviamente non intende spostarsi, dato che si trova in un punto di grande passaggio, non ci sono posteggi liberi di pari visibilità, ed ha acquistato il posteggio circa 6 anni fa proprio per la sua posizione.

A mio parere dovrebbe prevalere il diritto del titolare del negozio a vedersi liberato l’accesso, tenuto conto infatti del principio costituzionale di libera iniziativa economica di cui all’art. 41 e così come previsto dalla L. 114/98 all’art. 2 comma 1, nonché della possibilità di precludere o limitare l’accesso e l’esercizio di una attività nei casi in cui sussistono motivi imperativi di interesse generale.

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E’ la classica questione da risolvere con equità e ragionevolezza. Sicuramente, l’esercente su area pubblica, proprio perché lavora su un bene pubblico, soggiace a eventuali prescrizioni che possano trovare motivazioni per la tutela di interessi pubblici e che possono maturare anche nel corso del tempo modificando la situazione giuridica iniziale. L’area pubblica deve pur sempre garantire accessibilità e visibilità a chi ha posizioni soggettive tutelate ma tutto, ripeto, deve essere visto in un’ottica complessiva di ragionevolzza

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