Buongiorno, è pervenuta da parte di una signora non residente ma con abitazione nel ns comune che occupa nel weekend, una segnalazione per disturbo da rumore provocato dall’attività di un bar-ristorante che effettua concerti dal vivo. Contestualmente la signora chiede che il comune le rilasci copia della documentazione autorizzativa degli spettacoli e dei concerti, evidenziando che “l’attività concertistica praticata è incompatibile rispetto alla classificazione acustica del territorio” e che “la violazione dei limiti di emissione sonora è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria”, quasi a volere sollecitare un intervento sanzionatorio del comune nei confronti dell’esercente. Si precisa che Il titolare dell’attività non ha mai prodotto a questo comune né la documentazione previsionale di impatto acustico, né la dichiarazione sostitutiva prevista dall’art. 4 DPR 19-10-2011 n. 277, di non superamento dei limiti di emissione sonora. I concerti dal vivo avvengono quindi senza alcun adempimento da parte del titolare.
Alla luce di questo , si chiede quanto segue:
- il comune è tenuto a rilasciare alla richiedente copia della “documentazione autorizzativa” degli eventi musicali, che di fatto non c’è perché nulla è stato autorizzato?
- la signora che ha presentato l’esposto è obbligata a chiamare l’Arpa per i rilievi fonometrici presso l’esercizio o tale adempimento è a carico del comune?
- e ancora: il fatto che la signora non sia residente , ma solo dimorante durante alcuni weekend e la sola a lamentarsi del rumore, giustifica un atteggiamento di inerzia da parte degli uffici comunali? Nel senso, incombe sempre a carico del cittadino provare che il rumore è oltre la soglia di tollerabilità?
Faccio questi domande perché la materia “esercizi pubblici-rumore-cittadini esasperati” è sempre intricatissima e …bollente, in tutti i sensi. Grazie.