Car sharing comunale

L’amministrazione comunale, nell’ambito di un progetto di “CAR SHARING”, ha preso in affitto alcune minicar elettriche: alcune saranno date in comodato gratuito (con apposite scritture private) ai titolari degli esercizi commerciali presenti nel centro storico, mentre altre saranno messe a disposizione, a pagamento e tramite una APP, al pubblico (residenti e non). Trattandosi di veicoli targati e di una sorta di attività “imprenditoriale”, ci sono adempimenti da fare da parte del Comune, ad es. SCIA per noleggio senza conducente?

L’art. 84 del CdS afferma:

Agli effetti del presente articolo un veicolo si intende adibito a locazione senza conducente quando il locatore, DIETRO CORRISPETTIVO, si obbliga a mettere a disposizione del locatario, per le esigenze di quest’ultimo, il veicolo stesso.

Il corrispettivo, a parere mio, è da intendersi quale contropartita di attività professionale.

Se il car sharing fa parte del sistema pubblico dei trasporti, a parere mio potrebbe star fuori dal campo applicativo del DPR 481/01. Anche il DPR 481/01 parla di articolazione commerciale.

Rammenta che il DPR 481/01 nasce dalle ceneri dell’art. 86 TULPS e dell’art. 158 del Reg. TULPS. Quest’ultimo, abrogato:

Gli esercenti noleggi da rimessa senza conducente, i noleggiatori di autoveicoli con conducente e di biciclette sono soggetti alla disciplina dell’art. 86 della legge; ne sono esclusi i noleggiatori di autoveicoli proprietari di una sola macchina che conducono personalmente, i quali devono, invece, essere muniti del certificato di iscrizione di cui all’art. 121 della legge

In sintesi, erano pubblici esercizi. Il carattere è stata mantenuto dalla normativa di semplificazione

In alternativa, il soggetto esercente/gestore (il comune, credo) dovrebbe presentare SCIA a sé stesso e trasmetterla in prefettura.