Può un tizio dare come casa vacanza la sua (enorme) casa di residenza o parte di essa?
Dipende dalla legge regionale ma, in teoria, non ci sono motivi per dire di no a prescindere. Se riesce a garantire il rispetto delle condizioni di esercizio (funzionali e strutturali), il fatto che vi abbia la residenza non è una formalità ostativa
Buongiorno,
alcuni comuni richiedono una variazione catastale per frazionare l’unità immobiliare destinata ad abitazione principale rispetto a quella con destinazione turistica. Le consiglio, nel caso, di sentire il parere anche dell’ufficio tributi.
Cinzia
Aggiungo che va verificato con ATS l’aspetto igienico-sanitario in riferimento in particolare alla preparazione e conservazione degli alimenti.
Tale aspetto non mi risulta normato per le CAV, a differenza ad esempio dell’altra attività non imprenditoriale, il B&B, dove è il gestore che ha in capo la preparazione e somministrazione della colazione, e per la cui attività la legge regionale lombarda dispone che “il titolare adempia agli obblighi previsti dal regolamento (CE) 852/2004 compresi il possesso dei relativi requisiti igienico sanitari, la formazione HACCP e la redazione di un piano di autocontrollo”, a garanzia dell’ospite.
Se è vero che qui il proprietario non prepara e somministra i pasti, è pur vero che gli spazi, gli elettrodomestici e le stoviglie sono normalmente condivise.