Circolare M.I. n° 15015 del 7 maggio 2024

Salve.
Come già saprete con la circolare in oggetto il M.I. oltre a fare alcune importanti precisazioni sulla semplificazione introdotta dall’art. 38 bis del D.L. 76/2020, ha ribadito l’orientamento consolidato del Dipartimento di P.S. in ordine agli spettacoli ed intrattenimenti musicali o danzanti svolti in un pubblico esercizio, precisando inoltre che:

  • devono ritenersi esenti dal sistema autorizzatorio solo gli spettacoli e/o intrattenimenti musicali e/o danzanti, in occasione di singole e specifiche ricorrenze (es. festa di fine anno), semprechè rappresentano un’attvità meramente accessoria, rispetto a quella principale di ristorazione e somministrazione di alimenti e bevande;
  • tra le attività soggette al regime degli artt. 68, 69 e 80 TULPS vi sono anche quelle che si svolgono con cadenza saltuaria ma ricorrente.
    Detto ciò e fermo restante :
  • la massima del Consiglio di Stato (Sez. V), relativa alla sentenza 07-02-2018, n. 818, secondo la quale la musica con DJ non può mai essere ancillare;
  • che non si può ballare anche se in piedi davanti ai tavolini o davanti allo spazio creato per il DJ (Cassazione penale n. 38028 del 28 agosto 2014);
    è pacifico o no che se un bar fa esibire per diversi mesi se non per l’anno intero e per due giorni la settimana un DJ all’aperto si configura un locale di pubblico spettacolo/intrattenimento, soggetto al suddetto regime?
    Grazie per le risposte.

Abbiamo affrontato più volte l’argomento. Come ho sempre detto, l’abrogazione dell’art. 124, comma 2 del RD 635/1940 è stata portata avanti con la finalità di liberalizzare un’attività che, effettivamente, non è correlata a problemi di “polizia amministrativa” in accezione TULPS. L’esercente del pubblico esercizio è già abilitato ai sensi dell’art. 86 TULPS quindi con i requisiti morali già verificati; il locale è sorvegliabile e aperto al pubblico. Perché, quindi, dovrebbe occorre un’autorizzazione amministrativa se all’interno del bar c’è un pianista che allieta gli avventori o gli stessi avventori che cantano al karaoke?
Mica siamo in Korea del nord. Qual è il problema se un imprenditore unisce alla somministrazione uno spettacolo ancillare (anche tutti i giorni)?

Il problema delle emissioni sonore non afferisce direttamente al TULPS. La questione è disciplina da un insieme normativo complesso che, se ben attuato, è capace di tenere sotto controllo la questione.

A parere mio è sempre da vedere caso per caso. Dove effettivamente prende vita un locale di PS, allora entra in gioco (deve entrare in gioco) la tutela della sicurezza espressa dall’applicazione dell’art. 80 TULPS. Difficile dire a priori quando questo possa accadere in via generale.

Gentile dott., non si tratta di essere in Corea ma di rispettare i diritti degli altri. Né si tratta di spettacoli all’interno del locale ma all’esterno.

Non pensi che io non sia liberalista come lei.

E’ evidente però che nella Vostra regione i titolari di pp.ee., sono rispettosi delle norme, ma dalle mie parti, fatte le dovute eccezioni, non lo sono affatto ; non rispettano, ordinanze, decibel, TULPS, suolo pubblico, etc., niente di niente e, per di più ballano durate le esibizioni del DJ, gridano, cantano schiamazzano, tutto all’aperto, fino a tarda notte.

Così, da anni, intendono la liberalizzazione dalle mie parti.

E alla fine si autocelebrano insieme alla PA, parlando di successo e di turismo anziché di turistificazione e gentrificazione.

E non si tratta solo di inquinamento acustico, il cui sistema invece, a mio avviso, presenta delle criticità, poiché l’arpa non è in grado di rispondere a tutte le richieste in relazione al dilagare delle irregolarità, ancorché, prima di verificare il rispetto dei limiti dell’intensità sonora, l’attività andrebbe inibita in assenza della relazione di impatto acustico. Ma da noi non si fa. Anzi alcune ordinanze dicono se non presenti la relazione di impatto acustico puoi diffondere musica fino alle ore 24:00 anche senza un piano acustico.

Se mi date un email vi vorrei mandare qualche video per mostrarvi qual’ è il modo di diffondere musica da noi, senza che nessuno faccia niente. Rimarreste senza parole.

Da noi non c’è nulla di ancillare e tutto spettacolo ed intrattenimento e le rare volte che non lo è, comunque si suona senza regole, a tavoletta per ore e ore anche sei o sette di seguito, discoteca a cielo paerto, un vero, autentico porto franco.

Come ho detto tante volte, la soluzione è semplice: gradualmente sospensione dell’attività musicale, poi sospensione della licenza ed infine revoca se necessari. Ma non viene fatto e quindi loro ne approfittano.

Del resto, credo che, se il Ministero dell’Interno abbia emanato la circolare che ho citato, vuol dire che ci sono tanti furbetti. Per di più la circolare pur riferendosi agli spettacoli dal vivo, ha colto occasione per ribadire che la musica nei pp.ee. deve svolgersi in un determinato modo, altrimenti si è assoggettabili alle norme del TULPS, al pacchetto come dice lei, 68+80.

Il Ministero ha detto che una delle condizioni per applicarsi dette norme è la ripetitività degli eventi che si svolgono con cadenza saltuaria ma ricorrente.

Mentre il consiglio di Stato ha detto che se vi è il DJ la musica non può essere ancillare, così come la sentenza della cassazione38028/2014, ha ribadito che se si balla si concretizza un’altra attività.

Or bene capisco che per lei, soprattutto le circolari, hanno un valore relativo.

Rimane il fatto però che ci sono e non credo sia sbagliato farne riferimento.

Le mie erano considerazioni di carattere generale. E’ chiaro che la PA deve fare il suo ruole nel tenere sotto controllo la situazione: regolamenti comunali chiari e univoci; controllo sul rispetto di quanto abilitato; controllo in generale anche chiamando ARPA.

Detto questo, sono consapevole che in certe situazioni e in certi periodi dell’anno, diventa difficile controllare