Circolo di somministrazione e partita iva

Buonasera,
in più di un caso mi è capitato di dovermi confrontare con delle associazioni che hanno in gestione dei circoli privati di somministrazione che sostengono di poter esercitare attività di somministrazione anche ai non soci semplicemente avendo richiesto partita iva. Mi chiedo se ci sono norme in questo senso di cui non sono a conoscenza, ma a me risulterebbe non fattibile, per un circolo privato di somministrazione, poter somministrare anche ai non soci.
Chiedo a voi se mi è sfuggito qualcosa.
Vi irngrazio.

Il regime fiscale ed il regime amministrativo sono su campi differenti.

Un conto sono i presupposti in base ai quali la gestione di un’attività di somministrazione di alimenti e bevande da parte di un circolo privato possa esser qualificata, ai meri fini dell’imposta sul valore aggiunto e di quella sui redditi, come attività “non commerciale”.
Affinché possano beneficiare dei vantaggi fiscali riservati agli enti “non commerciali” sarebbe necessario il concorso di due circostanze: 1) L’attività di gestione del bar ristoro deve essere svolta esclusivamente in favore degli associati; 2) Tale attività deve essere “affine e strumentale” rispetto ai fini istituzionali perseguiti dall’ente.
Per gli interessati, la giurisprudenza si è espressa così (in sintesi): «L’attività di bar con somministrazione di bevande verso pagamento di corrispettivi specifici, svolta da un circolo culturale, anche se effettuata ai propri associati, non rientra in alcun modo tra le finalità istituzionali del circolo e deve, dunque, ritenersi ai fini del trattamento tributario, attività di natura commerciale» (Cass. n. 15191 del 2006; Cass. n. 21406 del 2012; Cass. – Ordinanza 13 giugno 2018, n. 15475).
Ma questa è materia fiscale e non mi ci addentro…

Un altro conto sono i presupposti ed i titoli abilitativi che, sotto il profilo amministrativo (che è quello che a noi interessa), consentono l’esercizio di un’attività di somministrazione di alimenti e bevande da parte di un circolo privato. E questi sono chiaramente indicati dal DPR 4 aprile 2001, n. 235, che nell’art. 4 esplicita anche le relative sanzioni richiamando l’art. 10 della legge 287/91.
Se la somministrazione di alimenti e bevande viene effettuata anche a favore dei non iscritti al circolo privato, quindi con accesso consentito a chiunque oppure tramite modalità di tesseramento fittizie, sotto il profilo amministrativo si configurano le caratteristiche del pubblico esercizio con quanto ne consegue a livello sanzionatorio.

Chiarissimo. Grazie mille.