Circolo Privato aperto in collegamento con un ristorante

Buongiorno a tutti, mi serve un confronto rispetto ad una situazione un po’ particolare che mi sta capitando. A seguito di un esposto da parte di un avvocato in rappresentanza di un condominio ho fatto accesso ad un locale che è risultato poi essere un circolo privato. La situazione è questa: nella struttura è presente da tempo un ristorante/bar con annessa cucina e una palestra, ora l’area destinata a palestra è stata destinata a circolo denominato Club privato associazione club DJ che ha un ingresso separato dal ristorante. Nel sopralluogo si è verificato che il ristorante era vuoto e il circolo arredato come un ristorante con in più una consolle con DJ, pieno di gente. In sostanza i frequentatori del circolo ordinano in base al menu del ristorante e pagano poi la consumazione alla cassa del ristorante. Premetto che tutti frequentatori del circolo erano muniti di tessera molte fatte al momento dell’ingresso. Il titolare del ristorante e l’organizzatore del circolo sono la stessa persona. Al SUAP non è mai arrivata alcuna SCIA per la costituzione e somministrazione nel circolo. Le violazioni che contesterei sono:

  • mancata SCIA di somministrazione nel circolo;
  • mancata comunicazione igienico sanitaria;
  • somministrazione in locali che non hanno la destinazione d’uso adeguata.
    Sui social network girano anche filmati dove la gente lascia i tavoli e si mette a ballare a questo punto si può contestare anche l’art. 68 e 80 del TULPS per la mancanza dei titoli previsti.
    Grazie delle risposte in merito all’argomento.

Tutte le violazioni paiono corrette laddove trattasi di locali funzionalmente separati.
Laddove i locali fossero stati comunicanti, il ristoratore avrebbe potuto semplicemente comunicare l’ampliamento della superficie di somministrazione e l’attività di pubblico spettacolo.

Le circostanze evidenziano anche rilievi di natura fiscale da comunicare a GdF, considerando che il ristoratore, per quanto indicato, pur avendo disponibilità di un titolo abilitativo commerciale ai fini della somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, abbia esercitato l’attività in veste di circolo privato effettuando un tesseramento, peraltro all’atto del primo accesso degli utenti ai locali.
Pertanto può esservi una commistione di introiti non dichiarati ovvero contabilizzati come proventi di attività non commerciale, pur trattandosi a tutti gli effetti di un’estensione dell’esercizio commerciale esistente.

Ora il problema è a chi faccio la sanzione in merito al circolo, quale figura individuo come trasgressore?
Grazie

Nel corso del sopralluogo devono essere verificate le modalità di esercizio delle attività e ciascun soggetto giuridico, identificato da C.F. o P.IVA univoco, percepisca i pagamenti degli utenti rispettivamente per:

  • tesseramento;
  • somministrazione di alimenti e bevande;
  • eventuale pubblico spettacolo.
    Da verificare anche quale dei suddetti soggetti abbia materialmente la disponibilità dei locali, come proprietario, affittuario o altro titolo.

Individuate le casistiche specifiche e l’eventuale coincidenza dei soggetti, allora possono essere contestate le irregolarità ed elevate le sanzioni del caso.

A titolo di esempio:

  1. Viene individuato un unico soggetto giuridico AA e trattasi del titolare l’attività di ristorante, che pertanto cumula tutte le irregolarità accertate anche in materia di commercio, igienico-sanitaria, TULPS, ed altro.

Avendo accertato il tesseramento sul momento del pubblico indistinto per la fruizione dei servizi di ristorazione e pubblico spettacolo proposti nei locali del circolo (senza peraltro alcuna effettiva partecipazione ad eventuali attività associative), ciò configura l’organizzazione di attività commerciale.

Confrontando le modalità accertate di esercizio dell’attività commerciale di somministrazione di alimenti e bevande aperta al pubblico indistinto con le disposizioni della normativa regionale vigente in merito, non indicata nel quesito originale, trattandosi di locali funzionalmente separati dall’attività abilitata, tale circostanza è di norma da trattarsi come esercizio di attività priva di titolo abilitativo, in quanto l’esercizio dell’attività in locali separati è soggetto a nuova SCIA/autorizzazione.

  1. Vengono individuati almeno due soggetti:
    Il soggetto BB percepisce i proventi del tesseramento e del pubblico spettacolo ed ha materiale disponibilità dei locali del circolo; pertanto cumula le irregolarità attinenti a tali fattispecie di attività ed ai locali;
    Il soggetto AA percepisce i soli proventi della somministrazione di alimenti e bevande in accordo con il suddetto soggetto BB detentore dei locali, comunque con esborso diretto di denaro da parte degli utenti.
    Confrontando comunque le effettive modalità di esercizio dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande in base alla normativa regionale vigente in merito, come sopra richiamato, il soggetto AA cumula pertanto le irregolarità per questa sola fattispecie di attività esercitata, non risultando trattarsi di catering, attività temporanea per singola festa o di mero ampliamento della superficie di somministrazione, per quanto indicato nel quesito originale.

La contestazione delle irregolarità deve pertanto seguire ciascun soggetto percipiente l’introito per ciascuna rispettiva attività e le soggettive responsabilità nella conduzione dei locali di cui si abbia la materiale disponibilità.

La situazione è descritta in un modo un po’ confuso…

In parole povere: è un circolo privato in cui si svolge attività di somministrazione di alimenti e bevande? Tale attività dovrebbe essere diretta unicamente a favore dei soci del circolo privato ed in ogni caso dovrebbe essere legittimata dai titoli abilitativi (SCIA o autorizzazione) previsti dal DPR 235/2001, che contiene anche le sanzioni relative all’eventuale mancanza di tali titoli.

La somministrazione è rivolta anche ad una quantità indistinta di soggetti che ottengono una sorta di “tessera di iscrizione immediata” dietro il pagamento di una cifra simbolica? Di fatto è un pubblico esercizio di somministrazione di alimenti e bevande e se non risulta in regola secondo la legge regionale in materia sarà sanzionato sulla base della stessa.

Oltre alla sanzione per la mancata presentazione della SCIA in comune relativamente alla somministrazione nei locali del circolo, dovrei sanzionarli anche per la mancata registrazione sanitaria.
L’accesso alle due attività avviene attraverso due porte affacciate in un corridoio da una parte si va nel ristorante dall’altra porta si accede al circolo ma essendo la preparazione dei cibi effettuati nella cucina del ristorante dovrò contestare l’art. 6/c. 3 del regolamento 852/04 per mancata registrazione dei locali del circolo alla somministrazione oppure contesto solo l’aggiornamento della registrazione essendoci comunque una registrazione per il ristorante?
Grazie per la preziosa risposta e collaborazione.