Buongiorno a tutti!
Un dubbio: se un dipendente si firma nella sua e-mail o PEC personale riportando la posizione d’ufficio ricoperta (ex: istruttore ambientale) in una richiesta legittima ai fini privati verso un altro ente, può incorrere in responsabilità disciplinare ai sensi dell’art. 10 del codice di comportamento?
L’art. in discussione recita: “Nei rapporti privati, comprese le relazioni extralavorative con pubblici ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni, il dipendente non sfrutta, né menziona la posizione che ricopre nell’amministrazione per ottenere utilità che non gli spettino e non assume nessun altro comportamento che possa nuocere all’immagine dell’amministrazione”.
A mio avviso, dirimente è la frase “per ottenere utilità che non gli spettino”, come potrebbe configurarsi in caso di pressione esercitata, ad esempio, per non incorrere in sanzione dovuta ad una violazione del CdS - qualificandosi come funzionario nei confronti di un agente della PL.
In una richiesta legittima avanzata da un privato che ricopre un ruolo in una PA e che si firma qualificandosi (anche) come tale, è corretto se l’ente ricevente dell’istanza segnala ai fini disciplinari tale comunicazione alla dirigente competente dell’ente in cui il privato è assunto?
Sempre a mio avviso, il rischio per chi procede con questa segnalazione è di incorrere nel reato di diffamazione per come statuito nel Codice Penale (art. 595) rilevando il tentativo del privato di ottenere utilità non dovute nell’ambito di una richiesta del tutto legittima, offendendo la reputazione dell’istante.
Grazie!!