Commercio al dettaglio

Settore abbigliamento; al di là degli aspetti fiscali, è possibile all’interno dello stesso locale vendere merce acquistata e quindi di proprietà, insieme a merce di terzi presa in carico in conto vendita, con contratto estimatorio ? Se sì, serve comunque una separata esposizione ?
Grazie

Non serve separazione, la cosa è rilevante solo ai fini della gestione fiscale. Da un punto di visita amministrativo la questione è di difficile decifrazione. Spesso il conto vendita resta comunque un’ipotesi di commercio al dettaglio. In pratica, si tratta solo di una modalità posticipata di pagamento nei confronti dei fornitori. Altre volte, si potrebbe concretizzare la fattispecie “agenzia di affari”, come nel caso delle vendite auto usate per conto terzi. In questo caso sarebbe necessaria una comunicazione ex art. 115 TULPS e la tenuta del registro. Il confine fra le due ipotesi può essere incerto.

L’agenzia di affari si connota per una retribuzione percepita in relazione all’intermediazione senza vincoli di mandato: Tizio chiede a Caio di adoperarsi nel cercare un acquirente/contraente affinché quest’ultimo concluda un affare con lo stesso Tizio. Caio percepisce un compenso per il lavoro di intermediazione. Caio dovrebbe pubblicare la tabella dei compensi in base alle tipologie di affari. Capisci, che nel caso delle botteghe di abbigliamento o di altri generi di consumo, tutto questo si incastra malamente. Molto spesso si tratta di vendita di merce al dettaglio con particolare modalità di acquisto all’ingrosso da parte dello stesso commerciante al dettaglio.

Se fosse davvero agenzia di affari, più che separazione fisica, occorrerebbe la registrazione (in back office) sul registro degli affari del prodotto venduto e del compenso percepito.