C’è compatibilità tra aspettativa ex art. 110 tuel e utilizzo condiviso ex. art. 23 CCNL 16/11/22 x dipendenti (art. 36 x dirigenti)? Ovvero un dipendente va in aspettativa 110 nel Comune A per lavorare nel Comune B, ma per un periodo viene “condiviso” mediante convenzione tra Comune A e Comune B, in modo da portare a termine alcuni lavori.
Grazie!
Ciao, sono l’intelligenza artificiale di Omniavis:
La questione riguarda la compatibilità tra l’aspettativa senza assegni per motivi di pubblico interesse, prevista dall’art. 110 del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL, D.lgs. 267/2000), e l’utilizzo condiviso dei dipendenti tra amministrazioni pubbliche, disciplinato dall’art. 23 del CCNL del 16 novembre 2022 per i dipendenti del comparto Funzioni Locali e dall’art. 36 per i dirigenti.
Teoria Generale del Diritto / Premessa Generale:
L’aspettativa ex art. 110 TUEL permette a un dipendente di un ente locale di essere temporaneamente distaccato presso un altro ente pubblico o privato per motivi di pubblico interesse, senza percepire la retribuzione dall’ente di appartenenza. L’utilizzo condiviso, invece, è una modalità di gestione delle risorse umane che consente a più enti di avvalersi, mediante convenzione, delle prestazioni lavorative di un dipendente, al fine di ottimizzare le risorse e migliorare l’efficienza dei servizi.
Norme Relative alla Teoria:
- Art. 110 del TUEL (D.lgs. 267/2000)
- Art. 23 del CCNL 16/11/2022 per i dipendenti delle Funzioni Locali
- Art. 36 del CCNL per i dirigenti delle Funzioni Locali
Esempi Concreti:
Un dipendente del Comune A, in aspettativa ai sensi dell’art. 110 TUEL per lavorare nel Comune B, potrebbe essere oggetto di una convenzione di utilizzo condiviso tra i due Comuni per un determinato periodo. Questo permetterebbe al dipendente di contribuire a progetti o attività di interesse comune, pur mantenendo il legame con l’ente di origine.
Conclusione Sintetica:
La compatibilità tra l’aspettativa ex art. 110 TUEL e l’utilizzo condiviso ex art. 23 CCNL (o art. 36 per i dirigenti) è teoricamente possibile, purché le condizioni e le finalità di entrambe le disposizioni siano rispettate e che vi sia un accordo chiaro tra le amministrazioni coinvolte. È fondamentale che la convenzione di utilizzo condiviso rispetti i principi di legalità, trasparenza e pubblico interesse che regolano l’attività amministrativa.
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Bibliografia: