Confezionamento di zafferano - Lombardia

Buon giorno,

un associato dell’associazione di categoria presso la quale lavoro sta per iniziare una nuova attività con la quale importa zafferano dal suo paese di origine, lo confeziona in barattoli di vetro e poi lo vende online e nelle fiere. L’attività sarà svolta in Lombardia.

Posta la necessità di fare SCIA per il commercio online e richiedere un’autorizzazione al commercio su aree pubbliche in forma itinerante per poter partecipare alle fiere sul territorio nazionale, ho un dubbio per quanto riguarda il confezionamento.

Non mi sembra corretto ricomprendere tale attività all’interno del commercio che andrà a svolgere, sarà quindi necessario fare SCIA per attività produttiva artigianale? Ed essendo confezionamento di prodotti alimentari, può svolgere tale attività presso il proprio domicilio? Dal momento che non avrà un vero e proprio negozio, svolgendosi l’attività online o in modo itinerante, volevo capire se avesse però comunque la necessità di un “laboratorio” dichiarato all’ATS di riferimento o se può tranquillamente svolgere l’attività di confezionamento, ad esempio, nella sua cucina di casa.

Grazie mille a chiunque potrà rispondermi,
Cordiali saluti

Non esiste una SCIA per attività produttiva artigianale. Ogni procedura abilitativa ha dei precisi presupposti giuridici e un campo applicativo certo. Le attività artigainali in senso lato sono di libero esercizio. Taluno sono sottoposte a SCIA (ad esempio - vedi la SCIA per carrozzeria) ma perché c’è una norma che lo prevede.
Se l’artigiano è alimentare, allora occorre la notifica ai sensi del Reg. CE 852/04 oppure il riconoscimento ai sensi del Reg. CE 853/04. Nel tuo caso occorre sicuramente la notifica ex Reg. Ce 852/04.

Quanto affermato da Mario è corretto.

Tuttavia in Lombardia vige l’art. 6 c. 1 della l.r. 11/2014 che dispone che “Fatto salvo quanto previsto dal presente articolo, all’avvio, svolgimento, trasformazione e cessazione delle attività economiche, nonché all’installazione, attivazione, esercizio e sicurezza di impianti e agibilità degli edifici funzionali alle attività economiche si applicano le disposizioni di cui articoli 19, 19-bis e 20 della legge 241/1990

La legge ed in particolare l’art. 6 c. 1 sono stati impugnati dal CdM ma solo perché il testo originario prevedeva la CUR (comunicazione unica regionale) al posto della SCIA…
L’impugnativa non era invece basata sul principio citato da Mario, ovvero che non si può assoggettare a SCIA qualsiasi attività economica…
Regione peraltro aveva modificato con la legge regionale 24/2014 tutte le disposizioni della legge regionale 11/2014 sottoposte all’odierno vaglio di costituzionalità, riformulandolo in senso satisfattivo delle ragioni alla base del ricorso. Nel ricorso non è stato fatto riferimento alla genericità della previsione → SCIA per tutte le attività economiche (vedi pronuncia n. 260/2014).

Pertanto un laboratorio di confezionamento in Lombardia è soggetto a SCIA UNICA (SCIA mod. A + notifica).

Grazie a tutti per le risposte, intendevo SCIA esattamente come succede ad esempio per i laboratori alimentari che preparano pietanze d’asporto (kebab, pizzerie d’asporto, rosticcerie, etc…) o laboratori odontotecnici, che pur essendo attività artigianali sono assoggetati a SCIA unica.

Immaginavo ci volesse, per quanto riguarda invece la possibilità che la cucina di casa abbia i requisiti per poter svolgere l’attività, avete parere positivo o negativo? Potrebbero applicarsi le stesso normative che regolamentano, ad esempio, l’home cooking o la produzione domestica di cibo?

Ops… :slight_smile: mi ero dimenticato dello “statalismo” padano. Qua in Toscana siamo più soft

Per la cucina, al di là della verifica degli aspetti igienico-sanitari (che compete ad ATS) c’è anche l’aspetto urbanistico: è compatibile il laboratorio di confezionamento dal punto di vista della destinazione d’uso?
Se l’home cooking o la “cucina domestica” di fatto non sono attività normate… l’attività artigianale sì.

Caro Mario, sai come dicevano i Romani: melius abundare quam deficere:man_facepalming:t2: :rofl:

Non avevo pensato al problema della destinazione d’uso, a questo punto probabilmente vale la pena sentire un parere del Comune e dell’ATS competente per capire se c’è la possibilità di mettere in regola la cucina, perché ovviamente allo stato attuale l’unità catastale ha sicuramente destinazione d’uso residenziale. Grazie a tutti per le risposte e il confronto, siete stati molto preziosi.

E, sì, in Lombardia ci piace così :wink: