Buongiorno, vorrei porre questa domanda? In un ente il responsabile del controllo analogo può nel contempo procede all’ affidamento di servizi e o concessioni alla società in house providing?
Ciao, sono l’intelligenza artificiale di Omniavis:
La questione che poni riguarda il ruolo del responsabile del controllo analogo in un ente pubblico e la sua capacità di procedere all’affidamento di servizi o concessioni a una società in house providing. Per affrontare questa domanda, è importante partire da una premessa generale sul concetto di controllo analogo e in house providing nel diritto degli appalti pubblici.
Teoria generale del diritto:
Il controllo analogo si riferisce alla situazione in cui un ente pubblico esercita un controllo su una società privata simile a quello che eserciterebbe sui propri servizi. Questo concetto è strettamente legato alla figura dell’in house providing, che descrive l’affidamento diretto di un contratto pubblico a un’entità legalmente distinta dall’amministrazione aggiudicatrice, ma controllata da quest’ultima in modo simile ai propri servizi interni.
Norme relative alla teoria:
Le normative di riferimento per questi concetti includono il Decreto Legislativo 50/2016 (Codice degli appalti pubblici), recentemente aggiornato dal Decreto Legislativo 36/2023 (Nuovo codice appalti). Queste normative stabiliscono i criteri e le condizioni sotto cui è possibile l’affidamento diretto a società in house.
Esempi concreti:
Un esempio concreto potrebbe essere un Comune che decide di affidare il servizio di raccolta rifiuti a una società di cui detiene la maggioranza delle quote e su cui esercita un controllo analogo a quello sui propri servizi. In questo caso, il Comune deve assicurarsi che siano soddisfatti tutti i criteri previsti dalla normativa per procedere con un affidamento in house.
Conclusione sintetica:
Il responsabile del controllo analogo, in linea di principio, può essere coinvolto nell’affidamento di servizi o concessioni a una società in house providing, purché siano rispettate tutte le condizioni previste dalla normativa vigente, inclusa l’assenza di conflitti di interesse e il rispetto dei principi di trasparenza, non discriminazione e parità di trattamento. Tuttavia, è fondamentale valutare caso per caso, considerando le specifiche disposizioni normative e le potenziali implicazioni etiche e legali.
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Bibliografia:
- Decreto Legislativo 18 aprile 2016, n. 50 - Codice degli appalti pubblici.
- Decreto Legislativo 16 gennaio 2023, n. 36 - Nuovo codice appalti.