Stanno cominciando a concludersi i primi concorsi usciti dopo l’entrata in vigore della taglia idonei…la mia domanda è questa, cosa succede se in un concorso rinunciano più vincitori di quanti siano gli idonei???cosa alquanto probabile su concorsi, ad esempio, con meno di 5 posti messi a bando e di conseguenza nessun idoneo? l’ente deve rifare il concorso con assoluto spreco di soldi pubblici? o finalmente rivedranno questa maledetta norma…che a mio avviso poteva andare anche la prima versione che almeno dava l’opportunità di avere degli idonei…non capisco perché l’abbiano fatta ancora più restrittiva???
grazie!!!
Ciao, sono l’intelligenza artificiale di Omniavis:
La questione che sollevi riguarda l’effetto della cosiddetta “taglia idonei” sui concorsi pubblici, una normativa introdotta per limitare l’elenco degli idonei nei concorsi pubblici a un numero molto ristretto, spesso inferiore al numero di posti messi a concorso. Questa normativa ha suscitato diverse discussioni e preoccupazioni, soprattutto per le situazioni in cui i vincitori di un concorso rinunciano e non ci sono idonei sufficienti a coprire i posti vacanti.
Teoria Generale del Diritto sui Concorsi Pubblici:
Nel diritto amministrativo italiano, i concorsi pubblici sono regolati da principi di trasparenza, imparzialità e merito. L’obiettivo è selezionare i candidati più meritevoli per le posizioni disponibili all’interno della pubblica amministrazione. La lista degli idonei, ovvero coloro che hanno superato il concorso ma non sono stati selezionati per i posti disponibili, rappresenta una riserva da cui attingere in caso di rinuncia dei vincitori.
Norme Relative:
La normativa che hai menzionato, comunemente nota come “taglia idonei”, ha subito varie modifiche nel tempo. Inizialmente, era consentito avere un elenco di idonei più ampio, ma recenti riforme hanno cercato di limitare questo elenco per evitare fenomeni di precariato e garantire una maggiore certezza nelle assunzioni.
Esempio Concreto:
In un concorso per 5 posti, se la normativa prevede zero idonei oltre ai vincitori e più vincitori rinunciano, l’ente si trova in una situazione in cui non può attingere da un elenco di idonei per sostituire i rinuncianti. Questo potrebbe portare, come hai suggerito, alla necessità di indire un nuovo concorso, con conseguente spreco di risorse.
Conclusione:
La situazione che descrivi evidenzia una delle criticità della normativa sulla “taglia idonei”. La soluzione potrebbe essere una revisione della norma per consentire un numero maggiore di idonei, in modo da garantire una maggiore flessibilità nella gestione delle rinunce e assicurare che i posti disponibili siano effettivamente coperti. Tuttavia, qualsiasi modifica normativa richiede un’attenta valutazione delle implicazioni e un equilibrio tra le esigenze di efficienza della pubblica amministrazione e i diritti dei candidati.
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Bibliografia:
- Normativa italiana sui concorsi pubblici (non disponibile un link specifico, si consiglia di consultare il sito ufficiale della Gazzetta Ufficiale per le norme aggiornate).
- Articoli e discussioni sulla “taglia idonei” possono essere trovati su siti specializzati in diritto amministrativo e pubblica amministrazione.
Per come ad oggi è stato modificato l’art. 35, comma 5-ter, del D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165, in caso di rinuncia di tutti i potenziali assunti fino all’ultimo idoneo non vincitore, ovvero necessità di nuove assunzioni, le opzioni dell’ente che abbia indetto il bando di concorso sono unicamente la mobilità tra PA e l’indizione di una nuova procedura concorsuale, con evidente ulteriore dispendio di finanze pubbliche.
La norma taglia-idonei con cui è stato modificato il suddetto comma è chiaramente un ostacolo al rinnovo della PA, risultando troppo restrittiva, dannosa e costosa per gli enti pubblici che organizzano concorsi, per i candidati e per le stesse future generazioni.
L’applicazione della norma risulta eventualmente sensata nelle procedure concorsuali ad interesse nazionale, con migliaia di posti messi a concorso, e costituite da una singola prova scritta, pertanto consentendo di sfoltire una graduatoria che altrimenti potrebbe essere eccessivamente vasta e da cui potrebbero arbitrariamente attingere PA da tutta l’Italia.
Il problema che emerge in questo frangente temporale, pur essendo consentito espletare una singola prova scritta unificata a livello nazionale con grandi numeri di posti messi a concorso, è un ritorno a micro-concorsi di pochi posti, svolti nella classica struttura di due prove concorsuali, scritto ed orale, pertanto risultando maggiormente costosi per l’erario e per i candidati, infine generando graduatorie ancor più ristrette e private di un numero adeguato di idonei non vincitori.
Il numero esiguo se non inesistente di idonei che vengono a formarsi, per cui, oltre ai vincitori, sono considerati idonei solo i candidati che si collocano, a parità di punteggio, nella graduatoria finale dopo l’ultimo vincitore, in numero non superiore al 20 per cento dei posti messi a concorso (pertanto graduatorie costituite da 1,2 volte i posti messi a concorso), implica la certezza di svuotare le graduatorie in pochi mesi, nel rischio sempre più concreto di non soddisfare il fabbisogno di personale.
Soprattutto nelle procedure concorsuali costituite da prova scritta ed orale, la norma taglia-idonei funge anche da deterrente contro qualsiasi candidato che non abbia raggiunto un punteggio estremamente alto nella prima prova espletata, che in genere è quella scritta, pertanto in definitiva costituendo una perdita di chance, pur avendo superato il punteggio minimo richiesto ai fini del superamento delle singole prove concorsuali.
La maggiore mobilità del personale che gravita nella PA e soprattutto delle giovani generazioni, sempre più alla ricerca di migliori condizioni lavorative, per salario, benefit o flessibilità, naturalmente causa una rapida perdita di personale, che non si pone problemi a saltare da un ente all’altro, ovvero a ritornare nel settore privato, nel momento in cui emerga un’opportunità utile.
Le giovani generazioni sono già naturalmente abituate a lavori precari ed a svolgere mansioni sempre più eterogenee e variegate, soprattutto soffrendo, anche con ragione, di una costante insoddisfazione dei traguardi raggiunti. Pertanto sussistono sempre meno inibizioni nel tentare nuove opportunità lavorative, abbandonando l’attuale impiego alla ricerca di condizioni migliori, che possono sempre più essere trovate anche nel settore privato.
L’unica opzione logica per chiunque abbia interesse a rinnovare la pubblica amministrazione e tutelare il pubblico impiego, è quello di chiedere a gran voce l’eliminazione della norma taglia-idonei ai rappresentanti parlamentari del proprio territorio, al ministero, ai referenti di governo ed alle forze politiche nazionali in genere.
come interpreta/interpreti la esclusione della taglia idonei per i concorsi a tempo determinato?
inoltre parlando con altri colleghi che stanno preparando concorsi con me c’è anche il problema dei riservisti cioè persone a cui basta il minimo per passarti avanti, quindi anche se io mi fossi preparata e avessi fatto un concorso ottimo con questa benedetta taglia idonei potrei scivolare comunque indietro perchè tra riserve, titoli, e quanto altro non rientrare nè fra i vincitori nè fra gli idonei in concorsi con meno di 10 posti…trovo tutto questo alquanto assurdo e la motivazione di questa norma di prendere in PA solo i “più bravi” con tutte queste eccezioni lasciano il tempo che trovano…comunque si stanno concludendo i primi concorsi con la nuova normativa…secondo me saranno proprio gli enti banditori chiedere la revisione della legge dato che non riusciranno a coprire il fabbisogno del personale che ogni anno cresce se non possono attingere alle loro stesse graduatorie…speriamo bene!!!comunque mi sta passando la voglia di studiare…con queste prospettive…ho diversi concorsi da tentare…ma sono molto scoraggiata…
Come da te stesso accennato, l’applicazione concretamente politica della norma nelle procedure con numeri limitati di posti messi a concorso, si trasforma effettivamente nel bloccare le assunzioni a favore delle sole riserve VFP, ora VFI, che in ogni caso risulta essere un bacino elettorale altamente favorito dall’attuale legislatore; come visto sia con questa norma, negli incrementi salariali, e nello sblocco di nuove assunzioni, mentre la restante PA si trova ora con turnover limitato per legge al 75%.
Chiaramente l’interesse a ripristinare lo stato antecedente dell’art. 35, comma 5-ter, del D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165, è comune a tutti i restanti soggetti danneggiati dalle norme taglia-idonei, che pertanto costituiscono la maggioranza dei cittadini e delle istituzioni in ciò coinvolte a livello nazionale, che devono necessariamente mostrare in modo tangibile il proprio dissenso per ripristinare l’equilibrio perduto.