Corruzione e irrisorietà dell’utilità conseguita rispetto alla rilevanza dell’atto amministrativo compiuto - Giurisprudenza penale Corruzione e irrisorietà dell'utilità conseguita rispetto alla rilevanza dell'atto amministrativo compiuto - Giurisprudenza penale
Corruzione e irrisorietà dell’utilità conseguita: profili giurisprudenziali
CONTENUTO
La corruzione è un fenomeno che mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni pubbliche e compromette il buon funzionamento della pubblica amministrazione. In Italia, il reato di corruzione è disciplinato dagli articoli 318, 319 e 322 del Codice Penale. La giurisprudenza ha chiarito che la configurabilità di tale reato non dipende dall’entità dell’utilità offerta o promessa al pubblico ufficiale, ma dalla sussistenza della condotta illecita.
In particolare, la Corte di Cassazione ha affermato che anche un vantaggio di modesta entità, come ad esempio 50 euro, può integrare il reato di istigazione alla corruzione. Questo principio è stato ribadito in diverse sentenze, evidenziando che la sproporzione tra il vantaggio e l’atto amministrativo non esclude la punibilità. La ratio della norma è quella di tutelare l’imparzialità e il buon andamento della pubblica amministrazione, indipendentemente dal valore economico del vantaggio ricevuto.
Recenti interventi legislativi, come la Legge n. 114/2024, hanno cercato di circoscrivere l’ambito applicativo della mediazione illecita, ma non hanno modificato il principio fondamentale secondo cui è la finalità indebita dell’atto a costituire l’elemento centrale della fattispecie penale, piuttosto che la sua entità patrimoniale.
CONCLUSIONI
La giurisprudenza italiana ha stabilito un principio chiaro: la corruzione può manifestarsi anche attraverso utilità di scarso valore. Questo approccio mira a garantire che ogni forma di corruzione venga perseguita, indipendentemente dalla sua entità economica. È fondamentale che i dipendenti pubblici e i concorsisti comprendano l’importanza di mantenere un comportamento etico e trasparente, evitando qualsiasi forma di compromesso che possa ledere l’integrità della pubblica amministrazione.
IMPLICAZIONI PER IL DIPENDENTE PUBBLICO / CONCORSISTA
Per i dipendenti pubblici e i concorsisti, la consapevolezza riguardo alla configurabilità del reato di corruzione, anche in caso di utilità irrisorie, è cruciale. È essenziale adottare comportamenti che garantiscano la massima trasparenza e integrità, evitando qualsiasi situazione che possa essere interpretata come un tentativo di corruzione. La formazione continua e la conoscenza delle normative vigenti sono strumenti indispensabili per prevenire comportamenti illeciti e tutelare la propria posizione lavorativa.
PAROLE CHIAVE
Corruzione, pubblica amministrazione, reato, utilità irrisoria, responsabilità penale, etica pubblica.
ELENCO RIFERIMENTI NORMATIVI
- Codice Penale, artt. 318, 319, 322
- Legge n. 114/2024
- Giurisprudenza della Corte di Cassazione e Tribunali italiani.

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