Cuoco a domicilio

Buongiorno, chiedo aiuto su un tema già dibattuto ma mai chiarito definitivamente, sperando che nel frattempo siano usciti pareri o sentenze che facciano piena luce. Un soggetto mi ha presentato una scia per cuoco a domicilio utilizzando il codice ateco 56.21.01 R ( catering ). A mio avviso non è inquadrato correttamente perchè il soggetto si limiterebbe a cucinare al domicilio del cliente utlizzando prodotti e materiali del cliente stesso. Ritengo debba inquadrarsi più come prestazione professionale e pertanto non soggetto a Scia. Oppure, tale attività potrebbe essere inquadrata nel codice 10.85 ( produzione pasti e piatti preparati) o 74.90.( altre prestazioni professionali) entrambi con la sola notifica sanitaria e senza requisito professionale?
Ringrazio per la consueta collaborazione
Enrico Tonietti - Suap Portoferraio

Come dico sempre, i codici Ateco interessano al SUAP/comune fino a un certo punto. Il SUAP ragiona in termini sostanziali: si verifica quale sia l’attività esercitata nel concreto e da quello si comprende se entra nel campo applicativo di qualche norma che prevede abilitazioni amministrative. I particolari (parlo in generale) indicano al SUAP se si debbano applicare anche procedure di carattere tecnico come la prev. incendi, l’AUA ecc. I codici Ateco servono alle CCIAA e a ISTAT. Per il SUAP sono un indizio del tutto trascurabile.

In sintesi, per catering si intende la somministrazione la domicilio (servizio ristoro presso terzi con servizio di somm.ne), per banqueting si può intendere un catering che fornisce pure allestimenti specifici (tipo cerimonie) ma anche un’agenzia di affari che organizza cerimonie e feste servendosi di un catering terzo.

Mancano definizioni di legge univoche. Potrei dire, però, che in questi due casi siamo di fronte ad attività di impresa perché c’è un’organizzazione di mezzi e di persone di una certa rilevanza: SCIA per somm.ne presso il domicilio del consumatore + notifica sanitaria + eventuale comunicazione di agenzia di affari.

Diversamente, si può citare la figura del cuoco a domicilio inteso come il lavoratore autonomo che si reca presso un’abitazione SOLO per cucinare trovando già lì alimenti e attrezzatura. Per certi versi è equiparabile al soggetto che va presso un’abitazione a fare le pulizie (non un’impresa di pulizie ma un collaboratore domestico). In questo caso non vedo procedure abilitative: è una prestazione professionale senza la qualifica di impresa. Il cliente non paga il prodotto ma il servizio effettuato dal professionista (magari a ore). Direi che il codice ateco è il 74.90.99 – altre attività professionali NCA.

Vedi, ad esempio: Apertura Partita IVA Chef a domicilio - Fiscomania

Infine, si può citare la fattispecie dell’home restaurant ma in questo caso, siamo di fronte a vera e propria attività di ristorazione esercitata in una civile abitazione (non al domicilio del cliente) che può reggere ma solo fino a un certo punto. Poi diventa esercizio abusivo soprattutto da un punto di vista urbanistico-edilizio (la civile abitazione non può avere una funzione commerciale)

A volte tenere distinte le varie ipotesi perché un soggetto può esercitarle in modo promiscuo