Salve.
Premesso che il titolare di un p.e. in aderenza al muro del locale, ha realizzato un dehor, costituito da:
- pedana in legno a spessore;
- parapetti perimetrali fissi in vetro e ferro, per un’altezza di mt. 1, con aggiunta, sui lati nord e sud di pannelli di plastica trasparente fissi e per un larghezza di un altro metro ciascuno circa;
- tende retrattili del tipo antipioggia e vento su tutti i lati compreso il tetto ed in modo da creare un spazio chiuso di 40 metri quadrati.
Ciò posto e considerato che tale dehor occupa per intero marciapiede pubblico ed in parte carreggiata stradale, le domande sono:
- vero è che in questo modo con parti fisse (parapetti e pannelli) e non tutto a tende retrattili (da utilizzare in caso di intemperie), il dehor fa volume e quindi è soggetto a permesso di costruire?
- vero è che se si occupa il marciapiede per intero e parte della carreggiata il titolare del bar deve creare un apposito passaggio per i pedoni e le persone con disabilità, altrimenti decade l’atto autorizzativo?
A tal proposito il TAR Campania, attenendosi al principio già espresso dal C.S., dice: << …quando la copertura e/o la chiusura perimetrale di una pergotenda presentino elementi di fissità, stabilità e permanenza, come nel caso in cui la tenda non abbia carattere retrattile, pur non potendosi parlare di organismo edilizio connotantesi per la creazione di nuovo volume o superficie, il titolo edilizio deve ritenersi comunque necessario.
Il C.S. invece dice che: << un’opera precaria sia dal punto di vista costruttivo sia da un punto di vista strettamente funzionale esclude la necessità di titolo edilizio, a meno che non determini una evidente variazione di sagoma e prospetto dell’edificio (cfr. Consiglio di Stato, sez. IV, 1 luglio 2019, n. 4472).
Come si fa a stabilire tali variazioni? Deve essere l’UTC a stabilirlo?
Grazie per la risposta.