Dipendenti pubblici, salario accessorio senza più tetti. Solo così la Pa può premiare il merito - PA Magazine

Tali constatazioni fanno solo risaltare ancor più quanto sia incerta ed aleatoria la valutazione del c.d. “merito e produttività”, laddove non calcolati in base a parametri oggettivamente quantificabili, tangibili e comparabili, soprattutto considerando:

  • Se le pagelle valutative dei dipendenti non corrispondano alle potenzialità di ciascun destinatario;
  • Se le mansioni soggettive non siano bilanciate tra rischiosità, numerosità e frequenza;
  • Se gli obiettivi annuali siano tutti parimenti conseguiti positivamente senza differenziarne l’importanza o l’entità;
  • Se i partecipanti ai gruppi di lavoro in progetti di maggior interesse e rilievo non ruotino, pertanto mantenendo sempre i medesimi dipendenti in gioco ed impedendo ai restanti di potersi distinguere;
  • Se la formazione è limitata ovvero arbitrariamente chiusa in profili decisi da altri, dissuadendo il singolo dipendente da intraprendere percorsi formativi di proprio interesse;
  • Ecc.

Premiare il merito e la produttività è un approccio doveroso e necessario; tuttavia è la fase valutativa a restare troppo aleatoria.
Invece di togliere limiti alla parte superiore delle retribuzioni economiche, dovrebbe venir meno ogni eventuale sbarramento alla base ai fini dell’accesso alle eventuali premialità, inoltre adottando nella P.A. il maggior dinamismo e flessibilità garantiti dall’impiego privato.