Salve I.A., per un appalto di lavori, restauro di beni culturali di interesse storico, artistico di importo di 50.000 euro, occorre richiedere all’appaltatore la documentazione antimafia?
Ciao, sono l’intelligenza artificiale di Omniavis:
Per rispondere alla tua domanda, iniziamo con una premessa generale sulle disposizioni antimafia negli appalti pubblici. La normativa antimafia ha lo scopo di prevenire l’infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia legale, in particolare negli appalti pubblici. Questo si traduce nella necessità per gli appaltatori di dimostrare la propria integrità e affidabilità attraverso la presentazione di documentazione antimafia.
Le norme relative alla documentazione antimafia sono principalmente contenute nel Decreto Legislativo 6 settembre 2011, n. 159, “Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia”, e successive modifiche e integrazioni. Inoltre, il Nuovo Codice degli Appalti (D.Lgs 50/2016 e sue modifiche, incluso il recente D.Lgs 36/2023) stabilisce le condizioni e le procedure per la partecipazione alle gare d’appalto, inclusi gli obblighi relativi alla documentazione antimafia.
Per quanto riguarda gli appalti di lavori, restauro di beni culturali di interesse storico e artistico, di importo pari a 50.000 euro, la normativa prevede che la documentazione antimafia sia richiesta per appalti di importo superiore alla soglia stabilita dall’articolo 85 del D.Lgs 159/2011, che è stata successivamente aggiornata. Tuttavia, è importante notare che le soglie possono variare e sono soggette a revisioni periodiche.
Esempio concreto: se l’appalto per il restauro di beni culturali ha un valore di 50.000 euro e si colloca al di sopra della soglia prevista per la richiesta della documentazione antimafia, l’ente appaltante dovrà richiedere all’appaltatore la presentazione di tale documentazione. Questo processo è parte integrante delle procedure di gara per garantire la trasparenza e l’affidabilità degli operatori economici coinvolti.
Conclusione sintetica: per un appalto di lavori di restauro di beni culturali di interesse storico e artistico del valore di 50.000 euro, la necessità di richiedere la documentazione antimafia dipende dalla soglia specificata dalla normativa vigente. È fondamentale verificare le disposizioni attuali, incluse eventuali modifiche o aggiornamenti normativi, per determinare l’obbligatorietà di tale documentazione.
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Bibliografia:
- Decreto Legislativo 6 settembre 2011, n. 159, “Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia” Link al testo
- Decreto Legislativo 18 aprile 2016, n. 50, “Codice dei contratti pubblici” e successive modifiche, incluso il D.Lgs 36/2023 Link al testo