Equo compenso e BIM: le modifiche del Correttivo Appalti non convincono

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Il Correttivo Appalti: Novità e Critiche su Equo Compenso e BIM

CONTENUTO

Il Correttivo Appalti, introdotto con il Decreto Legislativo n. 36 del 2023, ha apportato significative modifiche al Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. n. 50/2016). Tra le novità più discusse vi sono le disposizioni relative all’equo compenso e all’obbligo di utilizzo del Building Information Modeling (BIM). Queste modifiche hanno sollevato preoccupazioni tra professionisti e imprese, che temono che le nuove norme non soddisfino le esigenze del settore.

Equo Compenso

L’equo compenso è un tema cruciale per le imprese che partecipano agli appalti pubblici. Secondo l’articolo 113-bis del Codice, l’equo compenso deve garantire una remunerazione adeguata per le prestazioni professionali. Tuttavia, le recenti modifiche non sembrano fornire le garanzie necessarie per una giusta remunerazione, lasciando spazio a interpretazioni che potrebbero danneggiare i professionisti del settore. Le critiche si concentrano sulla mancanza di chiarezza e sull’assenza di parametri definiti per valutare l’equità del compenso, creando incertezze per chi opera nel campo degli appalti pubblici[1].

BIM

Un’altra novità significativa è l’innalzamento della soglia di obbligo per l’utilizzo del BIM, che passerà da 1 a 2 milioni di euro a partire dal 2025. Questa decisione ha suscitato preoccupazioni riguardo alla preparazione delle imprese e delle amministrazioni pubbliche per l’implementazione di questa tecnologia. Il BIM, infatti, richiede investimenti in formazione e strumenti adeguati, e il ritardo nella preparazione potrebbe generare confusione e inefficienze nelle gare d’appalto[2].

Critiche e Audizioni

Le audizioni con i rappresentanti del settore hanno messo in luce ulteriori criticità, in particolare riguardo ai concorsi di progettazione. Molti professionisti hanno espresso dubbi sull’efficacia delle modifiche introdotte, ritenendo che non siano sufficientemente chiare o praticabili per garantire un processo di appalto equo e trasparente. La mancanza di un quadro normativo chiaro potrebbe portare a contenziosi e ritardi nell’assegnazione dei contratti pubblici[1].

CONCLUSIONI

In sintesi, il Correttivo Appalti ha introdotto modifiche significative, ma le critiche ricevute indicano che le nuove norme potrebbero non soddisfare le aspettative di professionisti e imprese. L’equo compenso e l’obbligo di utilizzo del BIM sono temi centrali che necessitano di ulteriori chiarimenti e miglioramenti per garantire un ambiente di lavoro equo e competitivo.

IMPLICAZIONI PER IL DIPENDENTE PUBBLICO / CONCORSISTA

Per i dipendenti pubblici e i concorsisti, è fondamentale comprendere le implicazioni delle nuove norme. La preparazione e la formazione su temi come l’equo compenso e il BIM diventeranno sempre più rilevanti. Inoltre, la capacità di interpretare e applicare correttamente queste norme sarà cruciale per garantire la trasparenza e l’efficienza nei processi di appalto.

PAROLE CHIAVE

Correttivo Appalti, equo compenso, Building Information Modeling, BIM, appalti pubblici, professionisti, imprese, concorsi di progettazione.

ELENCO RIFERIMENTI NORMATIVI

  1. Decreto Legislativo n. 36/2023 - Modifiche al Codice dei Contratti Pubblici.
  2. D.Lgs. n. 50/2016 - Codice dei Contratti Pubblici.
  3. Articolo 113-bis del Codice dei Contratti Pubblici - Equo Compenso.

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