Buongiorno,
Vi posto qui un’esercitazione da me svolta sulla distinzione tra diritto soggettivo e interesse legittimo per opportune correzioni e suggerimenti. Ovviamente elaborato comprimibile nel caso di risposta sintetica.
‘Le situazioni giuridiche soggettive sono quelle situazioni di interesse che fanno capo ad un soggetto ed al quale l’ordinamento giuridico accorda tutela.
A seconda che siano attive o passive si distingue tra diritto soggettivo, interesse legittimo, potere e obbligo e dovere.
Il diritto soggettivo si sostanzia nel potere di far valere davanti ad un giudice un proprio interesse ritenuto meritevole da una norma nonché la tutela giurisdizionale in modo pieno diretto e immediato senza bisogno dell’intermediazione della pubblica amministrazione per la soddisfazione dell’interesse giuridico. Le controversie in materia di diritti soggettivi infatti sorgono quando l’amministrazione agisce in assenza di un potere.
La posizione di interesse legittimo invece si riferisce all’interesse del soggetto affinché l’esercizio del potere amministrativo sia svolto legittimamente ossia nel rispetto delle norme e consiste nell’attribuzione a tale soggetto di poteri strumentali idonei ad influire sul corretto esercizio del potere. Le controversie in materia di interessi legittimi infatti conseguono ad un cattivo uso del potere da parte della pubblica amministrazione. Caratteristica infatti dell’interesse legittimo è l’infungibilità, cioè che il soddisfacimento dell’interesse legittimo necessita dell’intervento della p.a.
Esemplificando possiamo dire che nell’ambito di una procedura di evidenza pubblica la posizione del vincitore della gara, dell’aggiudicatario, è una posizione di diritto soggettivo, mentre la posizione dei concorrenti alla gara è una posizione di interesse legittimo poiché essi aspirano ad un corretto comportamento della p.a. nello svolgimento delle procedure.
La giurisprudenza ha sempre negato la risarcibilità dell’interesse legittimo fino al 1999 quando la Corte di cassazione, con la sentenza n. 500, ha superato quest’orientamento ritenendo applicabile l’articolo 2043 del codice civile, anche se per la risarcibilità occorre che vi sia l’accertamento dell’illegittimità dell’azione amministrativa, quindi il previo annullamento e l’esistenza di un danno, per cui la possibilità di risarcimento è un evento raro.
A ciò l’articolo 30 del codice del processo amministrativo ha trovato rimedio, consentendo la proposizione dell’azione di condanna indipendentemente dall’azione costitutiva.
Riguardo al riparto di giurisdizione, laddove venga in rilievo la lesione di un diritto soggettivo la giurisdizione appartiene al giudice ordinario, mentre nel caso in cui emerga la lesione di un interesse legittimo, la giurisdizione spetta al giudice amministrativo.
Concludendo, possiamo dire che ai fini della distinzione tra diritto soggettivo e interesse legittimo e dunque ai fini del riparto di giurisdizione tra giudice ordinario e amministrativo, la dottrina distingue vari criteri tra cui quello dell’attività discrezionale e vincolata, secondo il quale in presenza di attività discrezionale della p.a. la situazione giuridica è di interesse legittimo ed è invece di diritto soggettivo nel
caso dell’attività vincolata. Ulteriore criterio è quello della norma violata, trattandosi di diritto soggettivo se la norma violata dalla P.a. è una norma di relazione e di interesse legittimo se la norma violata è una norma di azione. Infine, la teoria dominante è invece quella del binomio cattivo uso/assenza del potere, trattandosi come già detto, di diritto soggettivo se la p.a. agisce in assenza di potere e di interesse legittimo quando la p.a. agisce invece usando in maniera errata il potere attribuitole dalla legge.’
