Buonasera, è pervenuto all’ufficio polizia municipale un esposto di un cittadino che lamenta il disturbo della quiete pubblica fino a tarda ora a causa della musica ad alto volume e degli schiamazzi provenienti da un pubblico esercizio. Come deve procedere l’ufficio?
E’ un argomento che sul forum è stato affrontato molte volte…
Innanzitutto occorre ricordare che ristoranti, pizzerie, trattorie, bar (+ altre attività) che utilizzino impianti di diffusione sonora, ovvero svolgano manifestazioni ed eventi con diffusione di musica o utilizzo di strumenti musicali, HANNO L’OBBLIGO di predisporre adeguata documentazione di previsione di impatto acustico. Lo prescrive espressamente l’art. 4 del DPR 227/11. Nel caso di emissioni sonore poco significative, alcune regioni hanno previsto forme di semplificazione della documentazione da presentare.
Direi che questa sarebbe la prima cosa che gli organi di controllo devono verificare.
In caso di inottemperanza al suddetto obbligo, si applica la sanzione prevista dall’art. 10, comma 3, della legge 447/95.
Nel caso di segnalazioni di questo genere, solitamente vengono disposti controlli da parte della polizia locale al fine di verificare se effettivamente la musica diffusa “potrebbe” arrecare disturbo al vicinato e - in ogni caso - se rispetta quanto meno le modalità e le condizioni previste dal piano di impatto acustico.
Dopodiché - nel caso in cui l’esposto risultasse fondato - il Comune richiederà all’ARPA di effettuare le misurazioni tecniche di competenza.
Ma se manca proprio la base, ovvero la documentazione previsionale di impatto acustico, molto spesso l’ARPA chiede che venga prima sistemata la documentazione tecnica carente.
Sulla base di quanto rilevato da queste attività preliminari, si dovranno poi modulare gli interventi successivi (anche quelli eventualmente sanzionatori).
Per quanto riguarda gli schiamazzi degli avventori la situazione è un po’ più complicata, soprattutto perché non esistono norme “tecniche” - come quelle relative alla diffusione di musica – che permettano una forma di controllo preventivo.
Qualche Comune ha inserito una norma specifica all’interno del regolamento di polizia urbana, ma anche lì è evidente che la valutazione appare molto soggettiva… (soprattutto se è solo una persona a lamentarsi del disturbo).
In ogni caso, direi che anche per questo aspetto i controlli sul posto della polizia locale potranno verificare la fondatezza dell’esposto.
Per il momento mi pare inutile mettere troppa carne al fuoco, semmai ne riparliamo.