Fitto seconda poltrona acconciatore

Buongiorno,
un acconciatore vorrebbe effettuare il secondo fitto di poltrona all’interno del suo salone.
La normativa regionale (Regione Basilicata) non si esprime in merito ai limiti quantitativi.
Tuttavia il manuale della CNA sul fitto di poltrona, il quale richiama un accordo comune tra categorie in fase di contrattazione collettiva, impone i seguenti limiti quantitativi:

“Sono stati previsti limiti quantitativi di utilizzo dell’affitto di poltrona o cabina:
• una poltrona o cabina per le imprese che hanno da 0 a 3 dipendenti;
• due poltrone o cabine per le imprese che hanno da 4 a 9 dipendenti;
• tre poltrone o cabine per le imprese che hanno più di 10 dipendenti.”

Orbene, la titolare del salone non ha alcun dipendente ed è già stato attivato un fitto di poltrona successivamente all’apertura.
Stando a tale direttiva, non si apre la possibilità al secondo fitto di poltrona.
Interpellando la CCIAA, è stato comunicato che non essendo previsti limiti dalla normativa regionale si può procedere al secondo fitto di poltrona.
Resto del parere che ciò non sia possibile.
Nel caso contrario, al fine di avere una maggior tutela da parte dell’impresa, sarebbe opportuno richiedere un assenso per iscritto alla CCIAA e alla Commissione Regionale dell’artigianato?
Grazie.

L’accordo che citi, in buona sostanza, non è che una linea guida (raccomandazione) senza che abbia il carattere della cogenza come lo ha una norma che prevede sanzioni.

Gli Enti che citi non possono autorizzare perché non ne hanno la competenza né la facoltà. Anche se fossero competenti, mancherebbe una norma alla base della quale si possa evincere un parametro per dire sì o no. In altre parole, nessuna norma prevede la procedura di assenso per l’affitto di poltrona che resta un contratto fra privati e una tipologia di co-working (non vietata dalla legge).

Rispettare l’accordo può essere un indizio positivo sul fatto che il soggetto non eluda rapporti contrattuali con dipendenti di fatto, tramite l’uso strumentale dell’affitto di poltrona. Ma anche in questo caso, non si può fare il processo alle intenzioni, tutto è da verificare e avrebbe ricadute a livello giuslavoristico e non amministrativo. In conclusione: se i soggetti pagano le tasse, hanno i requisiti professionali e non nuocciono alla salute dei clienti, perché dire no?