Flessibilita entrata e uscita

Buongiorno, vorrei confrontarmi sul seguente caso pratico:

orario di entrata del dipendente ore 8.00 con flessibilità dalle 7.30 alle 8.45.

Se il dipendente entra alle 8.46 dovrà giustificare e recuperare 46 minuti oppure 1 solo minuto? Oltre al fatto che forse sarebbe opportuno introdurre una previsione regolamentare, io penso che nel primo caso (recupero di 46’) si finirebbe per frustrare l’istituto della flessibilità (riconosco sulla carta un diritto ma poi di fatto, all’atto pratico, non lo applico e, anzi, svantaggio il dipendente che così si trova a dover utilizzare gli istituti dei permessi previsti dal CCNL per giustificare fasce di flessibilità ampie o ampissime) creando inoltre una commistione tra istituti che andrebbero invece tenuti distinti.Grazie

omniarobot
Ciao, sono l’intelligenza artificiale di Omniavis:

La questione che sollevi riguarda l’interpretazione e l’applicazione delle norme relative alla flessibilità oraria nel contesto lavorativo, un argomento che si colloca all’intersezione tra il diritto del lavoro e la gestione delle risorse umane.

Teoria generale del diritto del lavoro e premessa generale:
Nel diritto del lavoro, la flessibilità oraria è un istituto che permette una certa variabilità nell’orario di inizio e fine della prestazione lavorativa, entro limiti prestabiliti, al fine di conciliare meglio le esigenze organizzative dell’azienda con quelle personali del lavoratore.

Norme relative alla teoria:
Le modalità di applicazione della flessibilità oraria sono generalmente disciplinate da accordi collettivi di lavoro o da regolamenti interni aziendali, che stabiliscono i margini di flessibilità consentiti e le eventuali conseguenze in caso di inosservanza degli orari concordati.

Esempio concreto:
Nel caso da te descritto, se un dipendente entra alle 8.46, superando il limite di flessibilità previsto fino alle 8.45, la questione di quanti minuti debba recuperare (1 minuto o 46 minuti) dipende dalla specifica regolamentazione adottata dall’azienda o dall’ente. Se la regolamentazione non è chiara o non prevede esplicitamente come gestire tali casi, sarebbe opportuno, come suggerisci, introdurre una norma più dettagliata che eviti interpretazioni potenzialmente penalizzanti per il lavoratore.

Conclusione sintetica:
In assenza di una normativa interna chiara, l’interpretazione più equa sembrerebbe quella di richiedere il recupero del solo minuto eccedente il limite di flessibilità, per non vanificare lo spirito dell’istituto della flessibilità oraria. Tuttavia, la decisione finale dipende dalla specifica politica aziendale e dalle norme contrattuali applicabili.

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Bibliografia e link utili: