Hobbista o altro?

Buongiorno, mi si presenta questa richiesta. In occasione di un mercatino natalizio un commerciante di profumeria ed articoli connessi- NON riescendo a partecipare alla manifestazione (la cui gestione è affidata alla Pro-Loco ed aperta anche ai commercianti in sede fissa del Comune) - intende demandare la partecipazione alla nuora che vorrebbe potersi definire hobbista solo perchè impacchetta in sacchetti di juta (che a dire della profumiera realizzerebbe lei medesima) dei piccoli bagno-schiuma, profumi, creme e vari prodotti che “acquisterebbe”, appunto, dalla suocera. Per questo richiede il rilascio del tesserino hobbista. A me pare elusivo rilasciarle il tesserino hobbista per questa tipologia di “attività”. La commerciante ha, infatti, ammesso che, solitamente, il banco di vendita era nelle immediate vicinanze del suo negozio, pertanto poteva gestirlo in autonomia, mentre per la prossima edizione dei mercatini, per ragioni organizzative dell’evento, il “posteggio” le verrebbe concesso solo ad una certa distanza dall’esercizio, rendendole difficoltosa la vendita dei propri prodotti, se non avendo a disposizione un altro registratore di cassa (che per ragioni economiche non intende noleggiare)…Sono molto perplessa…potete aiutarmi/consigliarmi? E’ anche vero che la nuora nel modulo che andrà a compilare scriverà realizzazione di sacchetti regalo in juta e/o altro materiale e NON spetterà certo a me verificare se effettivamente questi sacchetti saranno da lei prodotti…
Grazie,
Fulvia

Direi che siamo di fronte a un’elusione normativa. Immagino che tu scriva dalla Toscana. In Toscana il soggetto “non professionista”, ma possiamo continuare a chiamarlo hobbista, è colui che vende merci prodotte da lui stesso.

Quando richiede il tesserino deve dichiarare questa cosa è la dichiarazione falsa avrebbe conseguenze penali.

L’hobbista in questione produce i sacchetti di juta e a quelli si deve fermare. Dire che vende i sacchetti ma dentro, in regalo, ci sono gli shampoo sarebbe come dire che ti vendo l’incarto ma io prosciutto è di regalo. Non sta in piedi. Nessuno comprerebbe il solo incarto.
Ma forse, da quello che leggo, neppure produrrebbe quelli.

Ma perché non ammettere anche operatori professionisti? Basta disciplinare la cosa a livello locale dando i caratteri della manifestazione commerciale a carattere straordinario. Per il resto saranno problemi del commerciante

Non spetta a te verificare ma se sei in possesso dell’informazione non puoi tacere, hai un ruolo pubblico.

Se “compra” e “rivende” qualcosa, anche se poi confezionato in altro modo e abbellito da lei, è commercio …
c’è il rischio inoltre che ci sia elusione fiscale, probabilmente questi andrebbero inquadrati come artigiani:

osservo che nel decreto Presidente della repubblica 25 maggio 2001, n. 288 “Regolamento concernente l’individuazione dei settori delle lavorazioni artistiche e tradizionali, nonche’ dell’abbigliamento su misura.”, si individuano quali sono le attività ARTIGIANE di quel tipo, in un elenco allegato al decreto stesso; nell’elenco trovi ad esempio:

decorazioni con fiori e realizzazione di lavori con fiori, anche secchi e artificiali;
lavori di addobbo e apparato;
riproduzione di acquaforti;
realizzazione di originali litografici per riproduzioni policrome, foto d’arte e di opere dell’arte pittorica;
lavori di doratura, argentatura, laccatura e lucidatura del legno;
lavori di intaglio (figure, rilievi e decorazioni), intarsio e traforo;
lavorazione del sughero;
fabbricazione di oggetti in paglia, rafia, vimini, bambu’, giunco e simili;
Lavorazione del ferro battuto e forgiato ;
Fabbricazione di bigiotteria metallica e di oggettistica in metallo;
lavorazioni di merletti, ricamo e uncinetto;
tessitura a mano (lana, seta, cotone, lino, batista, paglia, rafia e affini);