Il garbuglio del rito speciale sull'accesso: si applica anche nel caso in cui vengano omesse le pubblicazioni? - Giurisprudenzappalti

Il Rito Speciale sull’Accesso agli Atti di Gara: Contrasti Giurisprudenziali e Implicazioni

CONTENUTO

Il nuovo Codice Appalti, introdotto dal D.Lgs. n. 36/2023, ha modificato significativamente le modalità di accesso agli atti di gara, creando un rito speciale per la gestione delle richieste di accesso. Tuttavia, questa innovazione ha generato confusione e contrasti giurisprudenziali, in particolare riguardo alla disciplina applicabile quando la stazione appaltante non rende noti gli atti di gara, inclusi i risultati delle richieste di oscuramento delle offerte.

Il T.A.R. Abruzzo, con la sentenza n. 470 dell’11 novembre 2024, ha stabilito che le decisioni sulle richieste di oscuramento devono essere impugnate entro dieci giorni dalla comunicazione dell’aggiudicazione. Questo termine è considerato perentorio e non può essere prorogato, nemmeno se la stazione appaltante fornisce successivamente le motivazioni per l’oscuramento[1].

In contrasto, il T.A.R. Lombardia, con la sentenza n. 2520 del 30 settembre 2024, ha adottato un approccio diverso. Ha affermato che, in caso di mancata disponibilità delle offerte e della documentazione di gara, si applica l’ordinario procedimento di accesso agli atti, come previsto dalla legge n. 241 del 1990, piuttosto che il rito speciale del D.Lgs. n. 36/2023[1].

Infine, il T.A.R. Veneto, con la sentenza n. 2908 del 5 dicembre 2024, ha accolto un ricorso contro l’esclusione di un offerente che aveva presentato un’offerta senza ribasso. Il tribunale ha ritenuto che l’art. 70, comma 4 del Codice Appalti non preveda l’esclusione di offerte pari alla base di gara, evidenziando che tale esclusione sarebbe contraria agli obiettivi di sostenibilità finanziaria e pianificazione degli investimenti[2].

CONCLUSIONI

Le divergenze interpretative tra i vari T.A.R. evidenziano l’incertezza normativa che circonda il rito speciale sull’accesso agli atti di gara. Mentre il T.A.R. Abruzzo insiste su termini perentori e non prorogabili, il T.A.R. Lombardia propone un’applicazione più flessibile della normativa. Queste differenze richiedono un intervento legislativo per chiarire le disposizioni e garantire una tutela giurisdizionale uniforme per i concorrenti.

IMPLICAZIONI PER IL DIPENDENTE PUBBLICO / CONCORSISTA

Per i dipendenti pubblici e i concorsisti, è fondamentale comprendere le diverse interpretazioni giurisprudenziali e le tempistiche per l’impugnazione delle decisioni relative all’accesso agli atti. La conoscenza di queste dinamiche può influenzare le strategie di partecipazione alle gare e la gestione delle controversie, rendendo necessario un aggiornamento costante sulle normative e le sentenze in materia.

PAROLE CHIAVE

Accesso agli atti, rito speciale, D.Lgs. n. 36/2023, T.A.R. Abruzzo, T.A.R. Lombardia, T.A.R. Veneto, oscuramento offerte, impugnazione.

ELENCO RIFERIMENTI NORMATIVI

  1. D.Lgs. n. 36/2023 - Codice dei contratti pubblici.
  2. Legge n. 241 del 1990 - Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi.
  3. Sentenza T.A.R. Abruzzo, I, 11 novembre 2024, n. 470.
  4. Sentenza T.A.R. Lombardia, IV, 30 settembre 2024, n. 2520.
  5. Sentenza T.A.R. Veneto, 05 dicembre 2024, n. 2908.

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