Integrazione pratica con requisito professionale

Buon pomeriggio, vi espongo un caso: esercizio di somministrazione alimenti e bevande dichiara di aprire con requisito professionale non idoneo. L’ufficio invia una richiesta di integrazione specificando che il requisito indicato non è valido. La ditta risponde allegando un titolo professionale che, nel frattempo, è stato conseguito. Posto che il titolo porta una data successiva a quella di presentazione della Scia, questa andrebbe chiusa negativamente oppure si può intendere correttamente conformata? Grazie.

Per la precisione non si è trattato di integrazioni. Nel tuo caso, il soggetto non aveva i requisiti. La PA competente ha agito ai sensi dell’art. 19, comma 3 della legge 241/90 dando (immagino), come dice la legge un tempo maggiore o uguale a 30 gg ai fini della conformazione. Comprendo che non è stata sospesa l’attività.

Personalmente, non sono molto d’accordo sull’operato. Tuttavia, bisognerebbe vedere i dettagli della legge regionale per comprende meglio. Per esempio (visto che sono toscano), in Toscana, l’esercizio in assenza dei requisiti professionali è alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 2.500,00 a euro 15.000,00 e alla chiusura dell’esercizio. In genere è così in ogni regione.

Quindi, nel tuo caso, la SCIA è ricevibile e completa ma non può produrre gli effetti abilitativi. Il soggetto non ha i requisiti di legge. Essendo un requisito necessario ineludibile, occorre un provvedimento di divieto prosecuzione attività senza dare possibilità di conformazione (neppure occorre la comunicazione di avvio procedimento). Il privato, in ogni caso, un attimo dopo il provvedimento, può presentare nuova SCIA (SCIA ex novo – riparte da capo) indicando un preposto e avviare l’attività.


Se non hai disposto la chiusura subito perché farlo ora? Non ha senso. Tuttavia, se puoi verbalizzare l’esercizio effettivo in assenza dei requisiti, dovresti sanzionare,