L’Intelligenza Artificiale negli Accertamenti Fiscali: Opportunità e Rischi
CONTENUTO
L’intelligenza artificiale (IA) sta assumendo un ruolo sempre più centrale negli accertamenti fiscali, sia in Italia che a livello internazionale. Il recente Regolamento UE 1689/2024, noto come AI Act, mira a regolare l’uso di questa tecnologia in rapida evoluzione, evidenziando sia le opportunità che i rischi associati al suo impiego.
Utilizzo dell’IA negli Accertamenti Fiscali
L’IA supporta l’Agenzia delle Entrate italiana nell’analisi della capacità contributiva di individui e aziende. Tra i metodi di controllo utilizzati, troviamo:
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Controlli Cartolari e Automatici: Questi includono verifiche formali e analisi dei dati fiscali attraverso strumenti come il “redditometro”, che permette di stimare il reddito di un contribuente sulla base di spese e beni posseduti[1].
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Principio di Capacità Contributiva: Fondamentale per il sistema fiscale, questo principio è sancito dall’Art. 2 della Costituzione italiana, che sottolinea l’importanza della solidarietà sociale[1].
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Buona Fede del Contribuente: L’Art. 97 della Costituzione stabilisce che la Pubblica Amministrazione deve operare con imparzialità e buona fede, garantendo ai contribuenti il diritto a una corretta informazione e difesa[1].
Rischi e Profili Critici
Nonostante i benefici, l’uso dell’IA presenta anche significativi rischi:
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Sproporzione tra le Parti: L’uso intensivo dell’IA può creare un divario informativo tra l’Agenzia delle Entrate e i contribuenti, rendendo difficile per questi ultimi comprendere i metodi utilizzati e preparare una difesa adeguata in caso di contenzioso[2].
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Decisioni Algoritmiche: Le decisioni basate su algoritmi devono essere motivate da funzionari umani. La giurisprudenza amministrativa evidenzia che l’IA deve essere uno strumento a supporto dell’attività umana, non un sostituto[2].
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Protezione dei Dati Personali: L’implementazione dell’IA nella lotta all’evasione fiscale solleva preoccupazioni riguardo alla gestione e archiviazione di dati personali. Il Regolamento UE 1689/2024 non affronta adeguatamente la protezione di queste informazioni, esponendo i contribuenti a potenziali abusi[2].
Regolamentazione e Norme
La Legge Delega di riforma fiscale del 9 agosto 2023 n. 111 ha avviato un processo di modernizzazione del sistema fiscale italiano, integrando l’uso dell’IA per migliorare l’efficienza degli accertamenti fiscali. Tuttavia, è fondamentale che tali innovazioni siano accompagnate da misure di protezione adeguate per garantire i diritti dei contribuenti.
CONCLUSIONI
L’introduzione dell’IA negli accertamenti fiscali rappresenta un passo avanti significativo per l’efficienza e la precisione delle attività di controllo. Tuttavia, è essenziale bilanciare l’innovazione con la protezione dei diritti dei contribuenti, garantendo trasparenza e equità nel processo.
IMPLICAZIONI PER IL DIPENDENTE PUBBLICO / CONCORSISTA
Per i dipendenti pubblici e i concorsisti, è cruciale comprendere come l’IA possa influenzare le procedure fiscali e le responsabilità legate alla protezione dei dati. Essere informati sulle normative vigenti e sui diritti dei contribuenti è fondamentale per garantire un’azione amministrativa conforme e responsabile.
PAROLE CHIAVE
Intelligenza artificiale, accertamenti fiscali, Agenzia delle Entrate, capacità contributiva, buona fede, protezione dei dati, Regolamento UE 1689/2024.
ELENCO RIFERIMENTI NORMATIVI
- Costituzione della Repubblica Italiana, Art. 2 e Art. 97.
- Regolamento UE 1689/2024.
- Legge Delega di riforma fiscale 9 agosto 2023 n. 111.
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