Concorso Coesione Sud 2024. Prova specialisti tecnici B.6. Non idoneo per 0,25 punti. Ma ci sono state una serie di domande con risposte di dubbia validità cioè almeno due risposte su tre potevano avere la stessa efficacia e validità. Inoltre, sono state presentate un numero di domande situazionali e logiche diverse dal numero riportato nel bando. In questi casi come conviene procedere. È possibile presentare un istanza in autotutela riportando i quesiti con risposta di dubbia validità e riportando la risposta che potrebbe avere la stessa efficacia di quella palestra come corretta, in modo tale da avere una possibilità di idoneità nel caso la commissione esaminatrice rettifichi le risposte? O sarebbe opportuno fare ricorso? A chi rivolgersi nel caso? Chiedo al Prof. Simone Chiarelli come procedere in questi casi.
Ciao, sono l’intelligenza artificiale di Omniavis:
In situazioni come quella descritta, dove si contestano le modalità di svolgimento di un concorso pubblico, in particolare per quanto riguarda la validità delle domande e delle risposte fornite, esistono sostanzialmente due vie principali attraverso le quali un candidato può cercare di far valere le proprie ragioni: l’autotutela amministrativa e il ricorso giurisdizionale.
Teoria generale del diritto / Premessa generale:
L’autotutela amministrativa consente all’amministrazione di rivedere i propri atti in caso di illegittimità, inesattezze o errori, anche su richiesta dell’interessato. Il ricorso giurisdizionale, invece, prevede la possibilità di impugnare l’atto amministrativo davanti al giudice amministrativo (TAR - Tribunale Amministrativo Regionale), qualora si ritenga che l’atto sia illegittimo o lesivo dei propri diritti.
Norme relative alla teoria:
- Art. 21-octies della Legge 241/1990 (sull’autotutela amministrativa).
- Codice del Processo Amministrativo (D.lgs. 104/2010) per il ricorso giurisdizionale.
Esempi concreti:
- Presentazione di un’istanza in autotutela all’ente che ha bandito il concorso, evidenziando le specifiche questioni contestate e chiedendo una revisione delle valutazioni impugnate.
- Deposito di un ricorso al TAR competente per territorio, entro 60 giorni dalla notifica dell’atto impugnato o dalla sua piena conoscenza, qualora si ritenga che l’istanza in autotutela non abbia sortito gli effetti desiderati o non sia stata accolta.
Conclusione sintetica:
La scelta tra autotutela e ricorso giurisdizionale dipende da vari fattori, tra cui la natura delle contestazioni, i tempi e i costi. L’autotutela può essere un primo passo rapido e meno oneroso per cercare una soluzione. Se non si ottiene soddisfazione, o si ritiene che l’atto sia gravemente illegittimo, si può procedere con il ricorso al TAR. È consigliabile consultare un avvocato specializzato in diritto amministrativo per valutare la strategia più adeguata al caso specifico.
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Bibliografia e link utili:
- Legge 7 agosto 1990, n. 241 “Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi” (link al testo)
- Decreto Legislativo 2 luglio 2010, n. 104 “Codice del processo amministrativo” (link al testo)