La “crescita” del numero dei dipendenti pubblici che non lo era DI LUIGI OLIVERI

I giovani fanno bene a disertare i concorsi pubblici ! Chi ha “the skill and the will” (come diceva Cassius Clay) può valorizzarsi meglio nel privato. Nei Comuni, anche sotto i tremila abitanti, ci sono i “soliti” funzionari che percepiscono somme stratosferiche (tra stipendio e indennità varie) con un divario tra (ex) istruttori direttivi e (ex) istruttori amministrativi/tecnici anche di ventimila euro.

Ringrazio per il punto di vista. La mia modestissima opinione è che la motivazione primaria, legata solo al perseguimento di obiettivi economici, fa presto a svanire.

Rimane quella intrinseca, la soddisfazione di essere al servizio dei cittadini, di far parte della grande macchina amministrativa e del seppur piccolo contributo che ognuno di noi, in qualità di pubblico dipendente, riesce ad apportare, cercando di farla diventare sempre più efficiente… ma forse è una visione da sognatrice.

Il fattore economico, mi permetto di dire, è quello davvero meno appetibile…

Io ho espresso lo stesso concetto di Oliveri: lo stipendio dei dipendenti pubblici non è appetibile! Condividevo la sua visione ‘da sognatrice’ …cioè migliorare nel mio piccolo la Pubblica Amministrazione ma per fare questo bisogna essere coraggiosi e io ho dovuto affrontare tre cause di lavoro, come contropartita. Non avevo colto il fatto che lei, oltre che consulente, è un dipendente pubblico. Ora tocca a lei tentare il cambiamento…le faccio i miei auguri.

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