Nessuna discriminazione sulla questione di genere: il caso dei manifesti pubblicitari
CONTENUTO
La recente sentenza n. 7132 del 29 agosto 2025 della Sezione V del Consiglio di Stato ha sollevato un’importante questione riguardante la libertà di espressione e la protezione contro la discriminazione di genere. In questo caso, un’Amministrazione ha negato l’affissione di manifesti pubblicitari che si opponevano all’insegnamento della cosiddetta “teoria del gender” nelle scuole. Il Consiglio di Stato ha confermato la legittimità di tale diniego, sottolineando che i messaggi pubblicitari possono risultare lesivi se contengono stereotipi offensivi o discriminatori, in particolare riguardo all’orientamento sessuale, all’identità di genere o alle abilità fisiche e psichiche.
La decisione si basa sull’articolo 23, comma 4 bis, del d.lgs. n. 285/1992 (Codice della strada), che stabilisce che le Amministrazioni devono valutare caso per caso la presenza di elementi che possano causare disagio o pregiudizio agli utenti della strada. Questo implica che le comunicazioni pubblicitarie non possono ledere la dignità delle persone e devono rispettare i principi di uguaglianza e non discriminazione sanciti dalla Costituzione e dalle normative europee.
Il Consiglio di Stato ha evidenziato l’importanza di una motivazione adeguata da parte dell’Amministrazione nel giustificare il diniego, richiamando l’attenzione sulla necessità di un bilanciamento tra la libertà di espressione e il diritto alla dignità e al rispetto delle persone.
CONCLUSIONI
La sentenza del Consiglio di Stato rappresenta un passo significativo nella lotta contro la discriminazione di genere e la tutela dei diritti fondamentali. Essa riafferma che la libertà di espressione non è illimitata e deve essere esercitata nel rispetto della dignità altrui. Le Amministrazioni pubbliche hanno il dovere di vigilare affinché i messaggi diffusi non siano lesivi e non alimentino stereotipi dannosi.
IMPLICAZIONI PER IL DIPENDENTE PUBBLICO / CONCORSISTA
Per i dipendenti pubblici e i concorsisti, questa sentenza sottolinea l’importanza di una formazione adeguata sui temi della non discriminazione e della comunicazione pubblica. È fondamentale che i dipendenti pubblici comprendano le normative vigenti e le implicazioni etiche delle loro decisioni, specialmente in materia di comunicazione e pubblicità. La capacità di valutare criticamente i contenuti da autorizzare o respingere è essenziale per garantire un servizio pubblico rispettoso dei diritti di tutti i cittadini.
PAROLE CHIAVE
Discriminazione di genere, libertà di espressione, manifesti pubblicitari, Consiglio di Stato, diritto alla dignità, Codice della strada.
ELENCO RIFERIMENTI NORMATIVI
- D.Lgs. n. 285/1992 (Codice della strada)
- Costituzione della Repubblica Italiana
- Direttiva 2000/78/CE del Consiglio dell’Unione Europea (principio di non discriminazione)

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