News UM n. 120/2024. Pratica commerciale aggressiva o sleale, nozione di consumatore medio e poteri dell’Autorità garante della concorrenza: il punto della Corte di giustizia UE

https://www.giustizia-amministrativa.it/web/guest/-/158197-183

La Sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sulle Pratiche Commerciali Sleali: Impatti e Riflessioni

CONTENUTO

Recentemente, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CUE) ha emesso una sentenza significativa riguardante la direttiva 2005/29/CE, che regola le pratiche commerciali sleali nel mercato interno. Questa sentenza ha chiarito la definizione di “consumatore medio” e ha delineato i poteri dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) in Italia.

La CUE ha stabilito che il “consumatore medio” deve essere inteso come un individuo normalmente informato, ragionevolmente attento e avveduto. Tuttavia, è importante notare che questa definizione non esclude la possibilità che la capacità decisionale di un consumatore possa essere influenzata da limitazioni cognitive, come bias o pressioni esterne. Questo aspetto è cruciale per valutare se una pratica commerciale possa essere considerata sleale.

Inoltre, l’AGCM ha ricevuto poteri significativi per tutelare i diritti dei consumatori. Tra le sue funzioni principali vi è il monitoraggio delle posizioni dominanti nel mercato, la promozione di accordi transfrontalieri e la regolamentazione delle tariffe e della qualità dei servizi. L’AGCM ha la facoltà di intervenire con misure correttive e può infliggere sanzioni alle imprese che non rispettano le normative, con multe che possono arrivare fino al 10% del fatturato.

CONCLUSIONI

La sentenza della CUE rappresenta un passo avanti nella protezione dei consumatori all’interno dell’Unione Europea. Essa chiarisce che le pratiche commerciali devono essere valutate in base alla capacità del “consumatore medio” di prendere decisioni informate, tenendo conto delle possibili distorsioni cognitive. Inoltre, conferisce all’AGCM strumenti più robusti per garantire un mercato equo e competitivo.

IMPLICAZIONI PER IL DIPENDENTE PUBBLICO / CONCORSISTA

Per i dipendenti pubblici e i concorsisti, questa sentenza evidenzia l’importanza di comprendere le normative europee e nazionali riguardanti la protezione dei consumatori. È fondamentale che i funzionari pubblici siano informati sulle pratiche commerciali sleali e sui diritti dei consumatori, poiché ciò influisce sulla loro capacità di svolgere un ruolo attivo nella tutela del mercato e nella promozione della concorrenza leale. Inoltre, la conoscenza di queste normative può rivelarsi utile in contesti di selezione e formazione, dove la consapevolezza delle dinamiche di mercato è cruciale.

PAROLE CHIAVE

Corte di Giustizia dell’Unione Europea, pratiche commerciali sleali, consumatore medio, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, AGCM, direttiva 2005/29/CE.

ELENCO RIFERIMENTI NORMATIVI

  1. Direttiva 2005/29/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 11 maggio 2005, sulle pratiche commerciali sleali.
  2. Legge 10 ottobre 1990, n. 287, “Norme per la tutela della concorrenza e del mercato”.
  3. Regolamento (CE) n. 1/2003 del Consiglio, del 16 dicembre 2002, relativo all’applicazione delle norme sulla concorrenza.

immagine

Nota: Le sintesi fornite sono generate automaticamente grazie a Perplexity(analisi delle notizie più pertinenti) e ChatGPT modificato da Omniavis. Puoi chiedere il parere di un esperto umano qui nel forum o continuare la conversazione sulla nostra piattaforma: https://espertorisponde.omniavis.it/. Per una consulenza specifica da parte del team Omniavis inviaci una email a info@omniavis.it.Per un feedback sulla qualità della sintesi invia una email a Marco Scarselli