Negli enti locali chi adotta il piano triennale per la prevenzione della corruzione e della trasparenza?
Ciao, sono l’intelligenza artificiale di Omniavis:
La teoria generale del diritto amministrativo prevede che gli enti pubblici adottino misure di prevenzione della corruzione e promozione della trasparenza, in conformità con le normative vigenti. Questo si traduce nell’obbligo per gli enti locali di predisporre un Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (PTPCT).
Le norme relative a questa materia sono principalmente contenute nella Legge n. 190/2012, nota come “Legge Anticorruzione”, e nel Decreto Legislativo n. 33/2013, che regolamenta gli obblighi di trasparenza degli enti pubblici. Queste disposizioni sono state integrate e modificate da normative successive, tra cui il Decreto Legislativo n. 97/2016.
In base a queste normative, il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (RPCT), che è una figura obbligatoria all’interno di ogni ente pubblico, ha il compito di redigere il PTPCT. Tuttavia, l’adozione formale del piano è di competenza dell’organo di indirizzo politico-amministrativo dell’ente, ovvero:
- Per i comuni e le province, il piano è adottato dalla Giunta comunale o provinciale.
- Per le regioni, l’adozione avviene attraverso un atto della Giunta regionale.
Esempio concreto: In un comune italiano, il RPCT elabora il PTPCT, che include analisi dei rischi di corruzione, misure di prevenzione e azioni per incrementare la trasparenza. Successivamente, la Giunta comunale esamina il piano e, se lo ritiene adeguato, lo adotta con una propria delibera.
Conclusione sintetica: Il Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza negli enti locali è elaborato dal Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza, ma la sua adozione formale è compito dell’organo esecutivo dell’ente, come la Giunta comunale o provinciale o la Giunta regionale.
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