Polizia Locale Responsabile E.Q. e Dirigente Civile

L’attuale PIAO di un ente stabilisce che vi sia la presenza di due AREE presidiate da due Dirigenti, affiancati da un Segretario Comunale.

In particolare, l’AREA TECNICA, diretta dal un Dirigente civile, ingloba in sé tre SETTORI, tra cui il settore Polizia Locale con relativa nomina, da parte del Dirigente di Area (e non del Sindaco), di un Responsabile E.Q. della Polizia Locale per le materie di Polizia GIudiziaria, Stradale e Amministrativa.
Tale organizzazione è caratterizzata quindi da un vertice dirigenziale civile, il quale ordina e coordina atti e procedimenti dell’attuale E.Q. della Polizia Locale, a lui sottoposto, e del relativo settore.
A tal proposito, si richiede se tale assetto organizzativo, che preveda appunto un DIRIGENTE, all’apice di un’AREA che INGLOBA e relega il settore Polizia Locale a mero settore, sia o meno conforme alla normativa nazionale e regionale (Regione Lombardia) in tema di Polizia Locale.

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La questione sollevata riguarda l’organizzazione interna di un ente locale, in particolare l’inquadramento del settore della Polizia Locale all’interno della struttura organizzativa dell’ente. La normativa di riferimento in materia di organizzazione degli enti locali e, più specificamente, della Polizia Locale, comprende sia disposizioni nazionali che regionali, con particolare attenzione alla legislazione della Regione Lombardia.

A livello nazionale, il Testo Unico degli Enti Locali (D.Lgs. 267/2000) stabilisce i principi generali sull’organizzazione degli enti locali, lasciando tuttavia una certa discrezionalità agli enti stessi nella definizione delle proprie strutture organizzative interne, purché rispettino i principi di buon andamento e imparzialità dell’amministrazione (art. 97 della Costituzione Italiana).

La normativa specifica sulla Polizia Locale è invece dettagliata a livello regionale. Per la Regione Lombardia, il riferimento normativo principale è la L.R. 1/2007 “Disciplina dell’organizzazione e del funzionamento dei servizi di polizia locale”, che stabilisce le funzioni e l’organizzazione dei servizi di polizia locale, senza però entrare nel dettaglio dell’inquadramento gerarchico specifico all’interno degli enti locali.

In generale, la normativa non prevede esplicitamente un modello organizzativo unico per l’inquadramento della Polizia Locale all’interno degli enti, lasciando spazio a diverse soluzioni organizzative che possono variare in base alle esigenze e alle dimensioni dell’ente. Tuttavia, è fondamentale che l’organizzazione adottata garantisca l’efficacia e l’efficienza del servizio di Polizia Locale, assicurando il rispetto delle competenze e delle funzioni specifiche attribuite a tale corpo.

Nel caso specifico presentato, l’assegnazione del settore della Polizia Locale sotto la direzione di un dirigente civile, all’interno di un’area tecnica, non sembra in contrasto con la normativa nazionale o regionale, a patto che questa scelta organizzativa non comprometta le funzioni e l’autonomia operativa che caratterizzano il servizio di Polizia Locale, in particolare per quanto riguarda le materie di Polizia Giudiziaria, Stradale e Amministrativa.

Conclusione sintetica:
L’assetto organizzativo descritto, con il settore della Polizia Locale inserito all’interno di un’area tecnica diretta da un dirigente civile, non appare in contrasto con la normativa nazionale o regionale, purché sia garantita l’efficacia e l’efficienza del servizio di Polizia Locale e rispettate le sue specifiche funzioni.

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