Procedura aperta - restrizioni partecipare OE procedura passata

Buonasera,

con la presente chiedo se in ipotesi di procedura aperta vi sia qualche istituto che consenta di non far partecipare uno o più OE aggiudicatari di una precedente procedura avente oggetto simile/analogo, per eccessivo carico di lavoro che graverebbe sullo stesso OE.

Ipotizzando la questione in modo letterale rispetto a come posta, dovrebbe essere l’O.E. stesso ad evitare di partecipare alla procedura aperta, pertanto neanche presentando alcuna domanda di partecipazione alla medesima iniziativa.

Qualora l’interesse sia legittimamente evitare la creazione di monopoli territoriali a causa della presenza di un O.E. sovratitolato con l’attitudine di partecipare alla totalità delle procedure di affidamento disponibili, anche a discapito del proprio personale sovraccaricato di lavoro e pertanto sfruttato e/o sottopagato nell’ipotesi presentata, tanto vale che la stazione appaltante eviti la procedura aperta ed avvii una procedura negoziata, anche mediante confronto competitivo delle offerte, tra operatori selezionati ed evitando lo specifico O.E., ovvero prosegua mediante affidamento diretto ad altro soggetto.

Non si è obbligati a scegliere la procedura aperta. Anzi, molto spesso è proprio opportuno forzare un’alternanza degli Operatori Economici mediante procedure negoziate ed affidamenti diretti, evitando appalti confezionati ad hoc per uno specifico O.E., ovvero andando a sfociare in procedure aperte a cui parteciperà un singolo O.E.; il territorio beneficia di una varietà di imprese attive e produttive.

La creazione, anche involontaria, di monopoli di un O.E. negli affidamenti locali di qualsiasi settore va a discapito di tutti i soggetti nel territorio:

  • la Stazione Appaltante vedrà nell’immediato aumentare i costi, in quanto alla partecipazione del singolo O.E. ne consegue direttamente una riduzione del ribasso delle offerte economiche presentate;
  • l’economia locale ne risentirà in quanto si riduce il numero di imprese attive sul mercato e dotate di introiti stabili come quelli ottenibili mediante affidamenti pubblici, limitando ovvero azzerando la varietà dei soggetti coinvolgibili;
  • i dipendenti vedranno appiattite le proprie aspettative di retribuzione e di condizioni lavorative in determinati settori, non potendo avere alcun confronto salariale data l’assenza di altri datori di lavoro che possano offrire stipendi stabili; pertanto decadendo nell’aberrazione del dover accettare condizioni lavorative inique, eccessivamente onerose ovvero di puro sfruttamento, in assenza di alternativa e nel timore di trovarsi privi di lavoro;
  • cristallizzando la posizione di un O.E., si rischia inoltre di perdere il controllo sull’effettiva organizzazione lavorativa dell’impresa affidataria, in quanto il medesimo soggetto, oramai radicato nei soliti appalti del territorio, potrà imporre proprie decisioni arbitrarie ed occultare alla necessità eventuali problemi, errori ovvero illeciti; l’alternanza di operatori negli affidamenti consente invece di verificare a posteriori l’operato dell’O.E. uscente, confrontando le modalità operative e riscontrando eventuali problematiche individuate dal nuovo affidatario che eventualmente venivano occultate dal precedente;
  • i suddetti problemi si espanderanno quindi a macchia d’olio al di fuori del territorio, coinvolgendo anche altre S.A. ed iniziative, una volta che l’O.E. abbia ottenuto una massa critica di fatturato ed affidamenti, leciti o meno che siano, da presentare in sede di altri appalti più appetibili. L’eventuale inedia della P.A. nell’affrontare tali questioni sul proprio territorio andrà quindi a far dilagare una piaga a discapito di altri territori.