Egregi colleghi,
Desidero porre il sottostante quesito ed esprimere una mia personale interpretazione del problema, chiedendo nel contempo una Vs. valutazione in merito.
Il nostro comandante della P.L., durante i periodi di assenza, vuoi per ferie o per malattia, impartisce disposizioni operative al personale in servizio, senza informare o coinvolgere il vicecomandante reggente, nominato con determina di Settore e decreto sindacale, con i quali le sono stati attribuiti pieni poteri di sostituzione, eccezion fatta per i casi previsti dal vigente regolamento interno (es.: presidenza di concorsi, di delegazioni trattanti ecc).
La domanda è se tale comportamento sia legittimo, ovvero risulti non conforme ai principi di correttezza amministrativa.
Personalmente ritengo che un Comandante di Polizia Locale non dovrebbe impartire ordini direttamente al personale quando assente, bypassando il vicecomandante, poiché il vicecomandante è la figura che lo sostituisce e coordina l’attività del corpo in sua assenza, garantendo la continuità operativa e il rispetto della gerarchia interna. L’esclusione del vicecomandante dalla catena di comando può configurarsi come un’irregolarità e una potenziale violazione delle norme sull’organizzazione dei servizi di Polizia Locale.
L’intervento diretto del Comandante (anche se assente) mina l’efficacia e la fluidità dell’organizzazione, creando confusione nelle direttive e potenziali conflitti di autorità.
Il personale dovrebbe fare riferimento al vicecomandante per tutte le questioni operative, anche in presenza di ordini diretti o istruzioni emanate dal Comandante mentre è assente.
Ritengo opportuno pertanto che il vicecomandante stesso, segnali questa irregolarità alla dirigenza o all’ufficio competente per le relazioni con il personale, al fine di correggere la situazione e garantire il rispetto delle procedure.
E’ giusta questa mia interpretazione?.
Distinti saluti.