Regione Toscana, più imprese in un unico fondo a destinazione commerciale

Buongiorno,
7 imprese individuali ci chiedono di poter aprire un esercizio di vicinato sul nostro territorio. Precisano che faranno 7 pratiche distinte di avvio e che avranno ognuna il loro registratore di cassa. Ci anticipano che venderanno abbigliamento ed accessori (quindi no settore alimentare). E’ un progetto fattibile? Quali problematiche ci potrebbero essere? Grazie

È una questione che abbiamo affrontato spesso, soprattutto nel vecchio forum, negli anni successivi al 2011/2012. Con il DL 138/2011, il DL 201/2011 e il DL 1/2012, oltre che con il d.lgs. n. 59/2010, attuativo della Bolkestein, sono stati sanciti una serie di principi di stampo liberista che hanno cambiato le dinamiche interpretative della normativa relativa all’esercizio di attività produttive. Fra questi principi, il più nota è forse quello della completa libertà di orario di esercizio di attività commerciali e simili. Un principio (in sintesi) vuole che sia ammissibile tutto ciò che non esplicitamente vietato da una norma avente valore di legge.
L’esercizio congiunto, alias co-working, genus generale al quale ricondurre ipotesi come quella che citi o altre come l’affitto di poltrona o l’affidamento di reparto, non può essere vietato. Solo circostanze contingenti (ad esempio, impedimenti igienico sanitari o esigenze di tutela dell’ordine pubblico, ecc. - che qui non vedo) potrebbero rilevare in senso ostativo (vedi la nota sentenza del TAR Lazio 5036/2013 sull’esercizio congiunto di farmacia e attività estetica proprio in relazione alle norme che ho citato).

In conclusione, non si deve trovare un presupposto giuridico per dire sì quanto, invece, possiamo dire no solo se una norma di legge vietasse la fattispecie in modo esplicito.

A margine si potranno rilevare problemi civilistici / contrattuali affinché 7 soggetti possano disporre del solito fabbricato ma sono aspetti a monte della fase amministrativa risolvibili dal loro commercialista