Requisito esperienziale di servizi svolti in Comuni “a vocazione turistica”. - Giurisprudenzappalti Requisito esperienziale di servizi svolti in Comuni "a vocazione turistica". - Giurisprudenzappalti
Requisito esperienziale per servizi in Comuni a vocazione turistica: quadro giurisprudenziale e normativo
CONTENUTO
La richiesta di requisiti esperienziali specifici per l’affidamento di servizi in Comuni “a vocazione turistica” sta diventando una prassi sempre più comune. Questa esigenza nasce dalla necessità di garantire che gli operatori abbiano competenze adeguate al contesto locale, in modo da offrire servizi di qualità che rispondano alle peculiarità turistiche del territorio. Tuttavia, la giurisprudenza amministrativa ha messo in guardia contro l’adozione di requisiti che possano risultare discriminatori o eccessivamente restrittivi della concorrenza.
Secondo l’art. 95, comma 2, lettera c) del Codice Appalti (D.lgs. 36/2023), è possibile richiedere “esperienza professionale” purché questa sia pertinente e proporzionata alla complessità della prestazione richiesta. L’art. 97, invece, vieta esplicitamente requisiti che limitino indebitamente la partecipazione alle gare.
La giurisprudenza, in particolare le sentenze del Consiglio di Stato (Sez. VI, n. 1089/2020) e del TAR Lazio (Sez. I-bis, n. 1076/2021), ha chiarito che la “vocazione turistica” di un Comune può giustificare requisiti aggiuntivi solo se esiste un nesso causale dimostrabile tra l’esperienza richiesta e la qualità del servizio da erogare. Ad esempio, l’esperienza nella gestione di servizi ricettivi o culturali in aree turistiche può essere considerata rilevante, ma solo se si dimostra che essa influisce positivamente sul servizio da fornire.
CONCLUSIONI
In sintesi, i bandi di gara devono prevedere criteri oggettivi, trasparenti e ragionevolmente connessi alle peculiarità territoriali. Non basta etichettare un Comune come “a vocazione turistica”; è fondamentale dimostrare in concreto perché l’esperienza maturata in contesti turistici sia essenziale per il buon esito della gara. La mancanza di tale giustificazione può portare all’annullamento del bando per violazione dei principi di non discriminazione e proporzionalità.
IMPLICAZIONI PER IL DIPENDENTE PUBBLICO / CONCORSISTA
Per i dipendenti pubblici e i concorsisti, è cruciale comprendere l’importanza di redigere bandi che rispettino i principi di proporzionalità e non discriminazione. La preparazione di documentazione chiara e giustificata non solo evita contenziosi, ma garantisce anche una maggiore partecipazione e competitività nelle gare, favorendo l’accesso a una pluralità di operatori e migliorando la qualità dei servizi offerti.
PAROLE CHIAVE
Requisiti esperienziali, Comuni a vocazione turistica, Codice Appalti, giurisprudenza amministrativa, non discriminazione, proporzionalità.
ELENCO RIFERIMENTI NORMATIVI
- D.lgs. n. 36/2023 (Codice Appalti)
- Consiglio di Stato, Sez. VI, n. 1089/2020
- TAR Lazio, Sez. I-bis, n. 1076/2021
- Art. 95, comma 2, lett. c) D.lgs. n. 36/2023
- Art. 97 D.lgs. n. 36/2023
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