Gent.le Professore,
avrei il piacere che lei mi desse un parere in merito a 3 quesiti, situazionali, che mi sono stati sottoposti durante la prova per il concorso RIPAM 2293 posti, area II, profilo amm, a mio avviso non del tutto corretti e contenenti anche dei refusi.
Il primo quesito che le sottopongo è il numero 34:
Affinchè le attività dell’ufficio vengano seguite è necessario impostare una programmazione
anche del monitoraggio. In particolare in cosa consiste?
A) Significa prevedere dei momenti di controllo in un arco temporale determinato in coincidenza
con la conclusione di fasi di lavoro o momenti critici. Così da consentire eventuali cambi di rotta o
accelerazioni/deceazioni rispetto all’obiettivo temporale finale. (RISPOSTA CONSIDERATA PIU’ CORRETTA DALLA COMMISSIONE, PUNTI: 0,75)
B) Significa che mi devo mettere sul calendario dei giorni cerciati in rosso in cui faccio il giro delle
scrivanie per vedere cosa fanno i miei collaboratori. (PUNTI: 0)
C) In base alle attività programmate prevedere momenti di controllo a cadenza omogenea e
periodica così da rendersi conto subito se siamo sulla strada giusta oppure si deve intervenire in
qualche modo per garantire il rispetto dei tempi finale. (RISPOSTA DA ME CONSIDERATA PIU’ CORRETTA, PUNTI: 0,374)
La commissione ha ritenuto la risposta più corretta quella alla lettera A, attribuendo alla mia, lettera C, un punteggio intermedio pari 0,374/0,75. I punteggi per questi tipi di quesiti erano: 0; 0,374; 0,75.
Ritengo la risposta C, da me fornita, la più corretta. Ho verificato anche sul PMBOK di Project Management, nel quale “il monitoraggio” viene descritto come un “ciclo continuo” e non in corrispondenza delle sole milestone/fasi progettuali. Non trovo logico effettuare il monitoraggio in un arco temporale determinato in “coincidenza delle conclusioni di fasi di lavoro o momenti critici”. Se devo effettuare delle correzioni in corso d’opera, ho necessità di tempo. Ho chiesto, anche, un parere ad un amico Project Manager il quale ha confermato senza ombra di dubbio la mia risposta.
Inoltre, come potrà vedere, nelle prime due risposte sono riportati anche dei refusi, non segnalati dalla commissione e ne da alcun candidato in fase di concorso: “deceazioni”; “cerciati”.
Il secondo quesito che le sottopongo è il numero 35 (v. allegato).
- Ti sembra che il tuo capo non sia attento alla tua crescita professionale, perché ti assegna
sempre i soliti obiettivi di scarso valore e non conformi alle tua capacità professionali.
A) Provoco un colloquio con il mio capo, per chiedere la possibilità di accrescere le competenze,
per essere coinvolto su attività più importanti. (RISPOSTA CONSIDERATA PIU’ CORRETTA DALLA COMMISSIONE, PUNTI: 0,75).
B) Cercherò le opportunità per dimostrare le mie competenze, e conseguentemente per avere
maggiori possibilità di svolgere attività più importanti. (PUNTI: 0,374)
C) Chiarisco con il mio capo il mio disappunto, perché mi sento penalizzato e non adeguatamente
valutato secondo le mie capacità professionali. (RISPOSTA DA ME CONSIDERATA PIU’ CORRETTA, PUNTI: 0)
La risposta considerata più corretta dalla commissione è quella contrassegnata dalla lettera A. “Provoco un colloquio”, che a mio modesto parere, non è sintatticamente corretto. Cosa significa “provoco un colloquio”? Alla mia risposta, la C, è stato attributo un punteggio pari a 0. Tengo a precisare che in merito a questo quesito sono sorti vari dibattiti tra i partecipanti sfociati, per il momento, in un ricorso al TAR che è stato rigettato.
Le sottopongo, infine, un altro quesito, il numero 36, dove nella domanda è riportato: “atteggiamento spesso controdipendente”. Onestamente non avevo mai sentito il termine “controdipendente”, ma facendo una ricerca su google ho scoperto che è un termine da poco coniato dalla psicologia sociale nell’ambito però dei rapporti della sfera sentimentale/affettiva ma non in relazione a dinamiche o contesti lavorativi. Una persona controdipendente è “colui o colei che rifugge le relazioni di tipo totalizzante, ovvero stabili. Non ha problemi invece con una mordi e fuggi”. Questo termine mi ha tratto in inganno e mi ha fatto propendere per ls risposta B.
36)Durante le riunioni un tuo collaboratore ha un atteggiamento spesso controdipendente e
anche polemico, con il rischio che attiri su di se’ le attenzioni degli altri colleghi.
A) Lo invito ad esprimere le sue posizioni e sostanziarle con argomentazioni, che si possono
approfondire ed arrivare a soluzioni concrete e utili alla discussione.(RISPOSTA CONSIDERATA PIU’ CORRETTA DALLA COMMISSIONE, PUNTI: 0,75)
B) Lo affronto in modo deciso a tenere un comportamento utile alla discussione.(RISPOSTA DA ME CONSIDERATA PIU’ CORRETTA, PUNTI: 0,374)
C) Lo ascolto, ma visto l’inconsistenza delle obiezioni e la vena polemica del suo intervento, cerco
di alleggerire il suo intervento e passare all’argomento o alle domande successive. (PUNTI:0)
Ho prontamente segnalato la questione all’amministrazione, tramite istanza in autotutela, con relativo sollecito a distanza di 30 giorni, ma non ho mai ricevuto risposta.
Venerdì scorso, dopo mesi, è uscita la graduatoria finale, ed onestamente sono combattuto se fare ricorso al TAR, vista e considerata la mia esclusione alla prova avendo riportato un punteggio di 20,75, quando la soglia minima per passare era di 21. Avrei solamente come titolo la laurea che potrebbe attribuirmi 1 punto qualora il TAR mi desse ragione, ma gli idonei sono comunque oltre 16.000.
Mi conferma che posso, eventualmente, effettuare ricorso al TAR entro 60 giorni dalla pubblicazione della graduatoria finale? Perché alcuni asseriscono che il ricorso avrei dovuto presentarlo entro 60 giorni da quando sono venuto a conoscenza del risultato del mio test.
La ringrazio anticipatamente per la disponiblità.
Saluti,
Giovanni