Richiesta parere pratiche di iscrizione anagrafica

Gentile Prof. Chiarelli,

Innanzitutto, approfitto di questa occasione per ringraziarLa per la disponibilità che offre agli studenti e ai dipendenti della P.A.; essendo il diritto amministrativo una materia ostica, le Sue lezioni ed incontri di approfondimento sono indubbiamente un prezioso e valido aiuto nella comprensione delle norme.
Considerata la qualificata professionalità, vorrei sottoporre alla Sua attenzione due casi di pratiche di iscrizione anagrafica alla quale mi trovo a riscontrare non poche criticità, considerato che il comune per cui lavoro risulta essere una rinomata meta turistica balneare della Sardegna, in cui potrebbero sorgere con maggiore facilità casi di residenze “fittizie” nelle seconde case.

1° caso:

Un cittadino, dipendente pubblico di un ente universitario di Napoli, coniugato e con tre figli minori fiscalmente a carico al 50%, il giorno 14 luglio presenta la propria dichiarazione di residenza tramite il portale ANPR a seguito, di precedente istanza presentata nel settembre 2021, rigettata con contestuale ripristino della posizione anagrafica e per cui, altresì l’istante ha presentato ricorso alla Prefettura.
Come prevede il regolamento anagrafico, è stata fatta richiesta agli agenti della P.M. di effettuare i dovuti accertamenti, aventi esito positivo. Successivamente, si è preferito richiedere ulteriori accertamenti, aventi anch’essi esito positivo considerato tra l’altro che i sopralluoghi sono stati effettuati in pieno periodo estivo e di ferie.
Al contempo, nel mese di agosto, è stata presentata formale richiesta all’ente universitario in cui lavora l’interessato, ai fini di conoscerne la posizione lavorativa. Il giorno 9 c.m., la Dirigente con propria nota specifica che trattasi di dipendente pubblico che per soli due giorni a settimana presta attività lavorativa in modalità agile.
Nonostante l’esito positivo degli accertamenti, si è provveduto a richiedere all’interessato le fatture riportanti i consumi registrati per la fornitura dell’energia elettrica nel corso dell’ultimo anno ma ad oggi, non è pervenuto quanto richiesto.
Infine, l’ufficio amministrativo che si occupa delle pratiche relative alla scelta del medico di famiglia, ci informa che il cittadino non ha presentato alcuna richiesta nell’ambito del territorio di competenza dell’ATS di riferimento.
Nel frattempo, sono decorsi i termini previsti di 45 gg. relativi al procedimento, motivo per cui la pratica viene definita con silenzio assenso e altresì, senza ricorrere al preavviso di rigetto ai sensi dell’art. 10-bis della L. 241/1990.
Alla luce di quanto esposto, emerge che il nostro comune non può essere verosimilmente la dimora abituale e il centro degli interessi del richiedente; come sarebbe più opportuno procedere in questo caso ai fini della cancellazione dall’APR e conseguente ripristino della posizione anagrafica? Si potrebbe ricorrere all’adozione del provvedimento di annullamento d’ufficio? Potrebbero esserci ulteriori adempimenti da eseguire, oltre la segnalazione anagrafica al Comune di Napoli che suppongo non possa avere seguito in tempi congrui?

2° caso:

Il caso è analogo al precedente. Trattasi di cittadino italiano under36 che a seguito di acquisto della casa presenta l’istanza ai fini dell’iscrizione anagrafica per accedere ai vantaggi fiscali per l’accensione del mutuo e ai relativi bonus, per cui tra i requisiti ne viene richiesta la residenza.
Alcuni accertamenti hanno avuto esito positivo ma, sorgono importanti dubbi circa l’effettiva dimora abituale dell’interessato che tra l’altro, si trova attualmente all’estero per motivi lavorativi e che lo vedrà impegnato nell’attività lavorativa fino al mese di novembre, secondo quanto dichiarato.
Anche in questo caso, è stata fatta ulteriore richiesta di accertamenti, aventi però esito negativo e anche in questo frangente, sono decorsi i 45 gg. previsti dal procedimento, con definizione della pratica con silenzio-assenso, senza aver ricorso al preavviso di rigetto.
Come agire in quest’altro caso? È sufficiente ricorrere al provvedimento di autotutela con l’annullamento d’ufficio ai sensi dell’art. 21-nonies della L. 241/1990, con la cancellazione dall’APR e contestuale ripristino della posizione anagrafica e comunicazione all’interessato?

Ringraziando per l’attenzione e i preziosi suggerimenti, porgo un cordiale saluto.