Risposta aperta diritto penale

Buonasera inoltro la risposta al quesito per concorso categoria D amministrativo contabile
“La concussione e la corruzione elementi costitutivi e differenze”

I reati suindicati rappresentano due delitti contro la PA definiti nel titolo ii del libro SECONDO del Codice Penale.
In particolare la concussione è rubricata all’art 317 cp e costituisce quel delitto in cui il pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio costringe il soggetto che interagisce con la PA a dare o promettere denaro o altre utilità a se o a terzi. Orbene la costrizione è l’elemento cardine della predetta fattispecie delittuosa, come anche affermato da Cass. Sent. 1228 del 2014 è caratterizzata dal fatto che il privato agisce su costrizione per evitare un danno ingiusto o per ottenere un vantaggio giusto (a differenza dell’induzione indebita ex art 319 quater cp dove agisce su induzione per ottenere un vantaggio ingiusto o evitare un danno giusto.)
La corruzione invece è rubricata ai seguenti articoli il 318 e il 319 cp; il primo attiene il profilo della corruzione impropria, quella compiuta per fatti inerenti ai doveri d’ufficio, la seconda la propria quella compiuta per fatti contrari ai doveri d’ufficio.
Caratteristica della corruzione è il fatto di essere costituita da due soggetti agenti, il corruttore e il corrotto.
Per il primo è il privato che da o promette denaro o altre utilità al pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio. Il secondo è appunto il funzionario che viene corrotto e si fa corrompere. Le pene variano dai tre agli otto anni per la impropria e dai sei ai dieci per la propria. Le stesse pene valgono anche per il corruttore come indicato espressamente dall’art 321 cp.
La corruzione, e in generale i delitti contro la PA, rappresentano un aspetto patologico del rapporto di lavoro che ha riflessi molto marcati sull’attività e l’efficienza dell’azione amministrativa. In altre parole è un tema molto delicato e un problema di difficile soluzione, in particolare perché è difficile controllare capillarmente l’elevato numero di amministrazioni presenti in Italia, Nazione che si sa non eccelle in azioni e comportamenti “trasparenti e imparziali”. Non sono mancati tuttavia negli ultimi anni vari tentativi di attuazione di strumenti anticorruttivi; tentativi che hanno condotto poi a vere e proprie leggi o decreti legislativi che hanno introdotto precise misure di contrasto alla corruzione. Mi riferisco in particolare alla Legge 190/2012, la cd Legge Severino, e a tutte le norme successive, specialmente il d.lgs 33/2013 in tema di trasparenza.