Simone Chiarelli: 10 minuti di SEMPLIFICAZIONE (con trascrizione)

Simone Chiarelli: 10 minuti di SEMPLIFICAZIONE

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Vi lascio la trascrizione visto che oggi la linea era altalenante.

Eccoci qua a questo nuovo appuntamento con 10 minuti di Fast Law.

Questa volta parliamo del tema, molto di moda, molto diffuso, sul quale spesso si ha un un po’ di confusione sui concetti di semplificazione.
Vediamo in che termini ne possiamo parlare per essere utile come ripasso per la preparazione ai concorsi o per riepilogare i concetti che uno conosce magari, lavorando già nella pubblica amministrazione.

Il tema della semplificazione è un tema che riguarda l’attualità del diritto amministrativo laddove si vuole introdurre l’idea che la burocrazia intesa In senso negativo può essere migliorata attraverso varie forme di intervento.
Queste forme di intervento hanno vari canali, vari spunti, vari momenti.
Io amo distinguere cinque forme di semplificazione. La prima la cosiddetta semplificazione normativa. Cosa significa? Significa introdurre una serie di disposizioni a livello di norme e quindi di fonte primaria: leggi, decreti leggi, decreti legislativi o regolamentare, per andare a ridurre la quantità e la qualità delle norme esistenti. Questo processo attuato varie volte nel nostro ordinamento attraverso forme di abrogazione di norme non più attuali, ma soprattutto è stato attuato durante il periodo delle cosiddette riforme Bassanini tra il 1997 e il 2001 attraverso l’introduzione di testi unici e codici.
Pur essendo un nobile obiettivo incontra alcuni limiti. Il carattere regionale del nostro ordinamento per cui abbiamo una pluralità di centri normativi, abbiamo lo stato il Parlamento e il governo. Abbiamo 20 regioni di cui cinque statuto speciale. Abbiamo 8.000 comuni che adottano regolamenti in varie materie in vari ambiti e poi abbiamo tanti altri enti.

Questo processo di semplificazione normativa in realtà In parte ha avuto come misura di controtendenza l’introduzione della cosiddetta soft law, di trasformare le disposizioni normative in soft Law, cioè in norme prodotte da autorità amministrative.
Pensiamo ad esempio all’attuazione del vecchio Codice dei Contratti mediante le linee guida Anac questo ha aumentato la quantità di disposizioni pur rendendo più semplice, più immediata la loro produzione.
Quindi testi unici, codici, abrogazione di norme per un quadro normativo più semplificato.

Seconda forma di semplificazione invece è la semplificazione amministrativa quella più conosciuta quella più diffusa quella quando si parla di semplificazione si fa riferimento senza aggettivi a questa forma.
La semplificazione amministrativa si ha quando si interviene sulle procedure amministrative prevedendo un iter più snello. Classica forma di semplificazione amministrativa è il silenzio significativo in particolare il silenzio assenso: l’interessato presenta un’istanza e decorso un determinato termine è consentita l’attività se
l’amministrazione non interviene, ovviamente lato interessato.

Ancora più significativa è la conferenza di servizi una forma di semplificazione che vuole facilitare l’acquisizione di pareri, nullaosta e altri atti di assenso da parte delle amministrazioni. La difficoltà di attuare questa forma di semplificazione la si vede attraverso l’ansia del legislatore di modificare la conferenza dei servizi per oltre 18 volte.

Una delle più recenti è l’introduzione del responsabile in via sostitutiva, cioè quel soggetto che ha il dovere di intervenire qualora il responsabile del procedimento e il dirigente competente non adotti l’atto entro il termine assegnato e ha metà del termine per sostituirsi ed adottare il provvedimento amministrativo.
Terza forma di semplificazione è la semplificazione documentale, già nota dal 1968, verso le cosiddette autocertificazioni è stata riscoperta anch’essa durante il periodo delle riforme Bassanini ed è stata conferita nel testo unico DPR 445 del 2000.
Prevede i due istituti fondamentali di semplificazione documentale: la dichiarazione sostitutiva di certificazione e la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà.
Con la dichiarazione sostitutiva di certificazione l’interessato dichiara fatti a sua conoscenza, circostanze, informazioni che sono contenute in certificati rilasciati alla pubblica amministrazione, mentre in quella sostitutiva dell’atto di notorietà dichiara qualunque altra cosa. Quindi non c’è necessità di acquisire preventivamente questi elementi informativi da parte dell’amministrazione. È anche una forma di semplificazione amministrativa perché consente di poter adottare questo provvedimento sulla base della dichiarazione presentata. Ovviamente la semplificazione documentale si porta dietro l’onere della verifica a tappeto o a campione circa il possesso dei requisiti con l’assegnazione di una possibile reato di false dichiarazioni in atti qualora l’interessato abusi di questi strumenti per ottenere dei vantaggi.

Semplificazione spesso poco considerata che è quella organizzativa: nel nostro ordinamento si è tentato più volte di attuare una forma di riforma dell’organizzazione pubblica a livello ministeriale, ma soprattutto a livello territoriale.
La legge del Rio ad esempio ha tentato di riformare le province mediante la loro soppressione, poi non riuscita. Si è tentato di ridurre il numero dei comuni da 8200 siamo arrivati a 7.950. Poca riduzione ma è un tentativo di riorganizzare il sistema attraverso le unioni di comuni, attraverso le gestioni associate, attraverso le fusioni di comuni, attraverso le riorganizzazioni delle Agenzie fiscali.
Quindi periodicamente il legislatore interviene cercando di organizzare la struttura amministrativa che è policentrica nel nostro sistema statale regionale locale, gli enti pubblici le agenzie le autorità amministrative indipendenti per cercare di semplificare il quadro organizzativo.

Ultima forma di semplificazione che vi voglio sottolineare è quella che riguarda il linguaggio amministrativo, cioè una modalità di elaborazione degli atti e dei documenti della pubblica amministrazione che, poiché deriva da una tradizione ottocentesca, si porta dietro un linguaggio ottocentesco, per cui leggendo gli atti amministrativi, i provvedimenti amministrativi troviamo questa tendenza a essere poco esplicativi, poco moderni, poco social.
Ecco un’iniziativa di semplificazione del linguaggio amministrativo è stata attuata all’inizio del 2000 sempre figlia delle riforme Bassanini attraverso il Progetto Chiaro, il progetto che voleva far modificare le pubbliche amministrazioni il proprio approccio alla comunicazione, attraverso una comunicazione appunto più efficiente, più diretta, meno tecnica, ma allo stesso tempo giuridicamente valida, che è stato in parte abbandonato nel 2000-2001 perché la tradizione amministrativa, la prassi la burocrazia rappresentano un freno.

Questo concetto della burocrazia, della prassi amministrativa sebbene sia molto spesso un freno alle innovazioni, un freno a tutte queste forme di semplificazione, rappresenta anche un elemento forte della pubblica amministrazione, un elemento positivo della pubblica amministrazione, perché la pubblica amministrazione ha necessità di garantire continuità, ha necessità di garantire continuità dei servizi, ha necessità di garantire parità di trattamento fra i cittadini.
Quindi le innovazioni che nel linguaggio comune, nell’accezione comune rappresentano senz’altro un aspetto positivo, possono rappresentare anche un elemento potenzialmente pericoloso. Pensiamo all’introduzione delle nuove tecnologie nella pubblica amministrazione, queste possono generare ad esempio il cosiddetto digital divide, cioè la distinzione fra coloro che sono in grado di usare le nuove tecnologie - ad esempio i giovani - e le persone più anziane che invece magari non riescono ad accedere ai servizi della pubblica amministrazione perché non sono così pronte e propense ad operare.

Quindi da un lato le esigenze di semplificazione dall’altro il mantra per cui la semplificazione amministrativa, la semplificazione documentale, sono strumenti importanti. Ma dall’altro non dimentichiamo che la continuità dell’azione amministrativa, la prassi la reiterazione di abitudini e comportamenti rappresenta anche quella continuità che la pubblica amministrazione che c’era e ci sarà sempre e quindi non ha un orizzonte temporale definito, deve comunque garantire.

Penso di aver terminato i miei 10 minuti. Ecco questo era l’aspetto che oggi volevo considerare e segnalarvi, io vi ringrazio per aver seguito.

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